Bossi è stabile, la cautela dei medici Il figlio: forza papà, hai la testa dura
Il governatore Fontana: nessun danno neurologico. E Berlusconi sente la famiglia
VARESE «È in rianimazione, monitorato e reattivo». Sono le prime e uniche parole del direttore sanitario Lorenzo Maffioli a stemperare un clima di attesa verso mezzogiorno di ieri, a Varese. Al primo piano del «monoblocco» dell’ospedale di Circolo, dove si trova la rianimazione, è ricoverato il fondatore della Lega Umberto Bossi dopo il malore accusato nel pomeriggio di giovedì. Informazioni scarne che la famiglia ha autorizzato a rilasciare. Poi nient’altro. Di fianco al medico c’era anche «il Trota», Renzo Bossi, che impassibile ha ascoltato senza aggiungere nulla oltre a quanto apparso sul suo profilo Facebook: il simbolo di una preghiera, e poi quel «forza
A Gemonio
L’uomo che nel 2004 guidò l’ambulanza dopo l’ictus: «Lo aspettiamo qui al bar»
papà, sappiamo che hai la testa dura».
Dall’ospedale fanno sapere che il prossimo bollettino medico arriverà oggi alle 12 e che sono in corso ulteriori accertamenti: «Quadro clinico ancora da definire», trapela nella serata di ieri, alla fine di una giornata in cui le telecamere hanno fatto la posta all’ingresso.
Il primo a visitare il vecchio compagno di battaglie, a poche ore dal ricovero, è stato il governatore lombardo ed ex sindaco di Varese Attilio Fontana: «Sicuramente si è scongiurato quello che si temeva, cioè che potesse essere un’emorragia cerebrale. Non c’è stato nessun tipo di danno neurologico», commenta.
Nella tarda mattinata di ieri è stata invece la volta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, rimasto in camera per circa un’ora. Nessun commento. Dagli ambienti locali della Lega emerge il desiderio di voler assecondare la volontà della moglie, dei figli e di pochissimi amici che stanno al capezzale del vecchio leader: «Evitare il via vai».
A Gemonio, paese dove il Senatur risiede e fino a qualche anno fa centro di potere coi famosi summit durante i governi Berlusconi (che ieri ha chiamato il figlio), il malore è stato un brutto colpo per la vecchia guardia del Carroccio che ha come base il bar del Duca, nella piazza del paese, dopo la chiusura della sezione locale. «Tutti hanno fatto gli auguri a Bossi, anche quelli che non la pensano come lui», commenta Claudio Bodini, ex consigliere comunale leghista ma soprattutto autista dell’ambulanza che quella mattina dell’11 marzo del 2004 sfidò la fitta nevicata per soccorrere il segretario: fu lui a mettergli l’ossigeno e a trasportarlo all’ospedale di Cittiglio per le prime e decisive cure. «Lo aspettiamo. Perché un sigaro e un bicchiere di vino, qui al bar, per l’umberto, ci saranno sempre». A Varese Renzo Bossi (a destra), 30 anni, e Lorenzo Maggioli, direttore sanitario dell’ospedale di Circolo di Varese, dove Umberto Bossi è ricoverato un’operazione sospetta. Il comando provinciale della Guardia di finanza di Roma aveva ricostruito il giro compiuto da 25 milioni di euro attraverso false fatturazioni. Tredici attribuiti a società riconducibili a lui, sotto forma di consulenza. E ieri la confisca che, secondo i liquidatori, «trova fondamento nella decisione da parte della Margherita di donare allo Stato tutti i beni provenienti dalle azioni nei confronti di Luigi Lusi».