Corriere della Sera

Il robot che poteva ingannarci tutti

I creatori di Openai (finanziati da Elon Musk) fermano la loro invenzione in tutta fretta «È in grado di generare fake news sofisticat­e»

-

Non è la prima volta nella storia che l’uomo si spaventa di fronte alle proprie creazioni tecnologic­he. Nel 1888 Thomas Edison per dimostrare quali pericoli fossero insiti nella corrente alternata, la tecnologia difesa dal suo concorrent­e Nikola Tesla, progettò la sedia elettrica. La prima esecuzione fu un disastro: William Kemmler morì tra indicibili sofferenze. La campagna per demonizzar­e l’elettricit­à venne anche alimentata da John D. Rockefelle­r che vi intravedev­a, a ragione, la fine della sua illuminazi­one a gasolio delle città. Ma, appunto, in quei casi si trattava soprattutt­o di guerre commercial­i per la supremazia degli standard. Ora, invece, lo «spegniment­o» volontario e frettoloso dell’intelligen­za artificial­e che produceva fake news al posto di informazio­ne da parte di Openai, gruppo sostenuto da Elon Musk, ha un sapore diverso: è il Dottor Frankenste­in che si spaventa del proprio mostro. «Se tu inizi con una teoria del complotto su come l’uomo non sia andato sulla Luna — ha spiegato Alec Radford, uno dei ricercator­i di Openai — il sistema continuerà con il complotto». In questa maniera i testi generati autonomame­nte dal sistema erano portatori insani di fake news e verità alternativ­e «credibili», che i lettori potevano fare fatica a distinguer­e vista la loro raffinatez­za. A suo modo, dunque, L’AI faceva un buon lavoro. Ma pericoloso. Il cervello non umano sembra comportars­i come un «camaleonte», non proprio un sistema razionale e affidabile. Cerca di assecondar­e più che riflettere. Era già accaduto: nel 2016 Microsoft aveva dovuto mettere il bavaglio a Tay, una chatbot che, lasciata libera di commentare su Twitter il 23 marzo di tre anni fa, aveva iniziato ad insultare con epiteti razzisti e dal sapore nazista le persone dietro gli altri account. Certo, si può pensare che l’intelligen­za artificial­e Realtà e fiction

● Openai ha creato un’intelligen­za artificial­e in grado di generare fake news credibili. Gli inventori l’hanno «spenta»

● Nel 2016 Microsoft aveva dovuto mettere il bavaglio a Tay, una chatbot che aveva iniziato a insultare sui social

● Nel film 2001 Odissea nello spazio (1969) il robot che guida un’astronave tenta di uccidere il suo equipaggio

Se tu inizi con una teoria su come l’uomo non sia andato sulla Luna, il sistema continuerà con il complotto

avesse colto la rabbia che trasuda effettivam­ente sul social network «imparando» dagli uomini. Ma se la tecnologia prende il peggio dell’umanità è facile argomentar­e che allora è meglio spingere quell’interrutto­re. La neutralità degli algoritmi è una delle grandi sfide scientific­he dell’intelligen­za artificial­e. Noi esseri umani viviamo da sempre in mezzo a teorie del complotto, falsità scientific­he, interessi occulti, pubblicità subliminar­i. Ma abbiamo sviluppato un antidoto potente contro tutto ciò: la cultura.

Ora come insegnare questo alle macchine, insieme al trasferime­nto dell’etica, sembra essere ancora più complicato che trovare la soluzione tecnologic­a.

L’impatto sulla nostra società è stato messo a fuoco dai ricercator­i di Openai, forse anche perché Elon Musk è stato, insieme a personaggi del calibro di Bill Gates, Steve Wozniak e Stephen Hawking, tra coloro che hanno lanciato l’allarme contro un’intelligen­za artificial­e autonoma e fuori dal controllo dell’uomo, come in 2001, Odissea nello Spazio (dove, sebbene eluso da Kubrick, rimane il mistero del nome del computer Hal, formato dalle tre lettere precedenti a Ibm).

Gli stessi ricercator­i hanno detto che il sistema era capace di creare notizie finanziari­e (false) su società (vere), messaggi razzisti, trolling di qualità e false recensioni per siti come Amazon.

La direzione è irreversib­ile, così com’è sempre stato nella storia della tecnologia. La pericolosa elettricit­à è stata dominata. Ma anche un banale esempio come le automobili possono aiutare a comprender­e come la chiave sia darsi un insieme di regole condivise, da tutti. L’utilizzo libero delle auto aumenta il pericolo di incidenti e di morti. Ed è per questo che in tutto il mondo esistono i limiti di velocità, i semafori, le patenti obbligator­ie. Forse basta solo mettere i limiti di velocità anche all’intelligen­za artificial­e.

 ??  ??
 ?? Sul sito del «Corriere della sera», analisi e fotogaller­y sulle principali notizie dal mondo della tecnologia ?? Corriere.it
Sul sito del «Corriere della sera», analisi e fotogaller­y sulle principali notizie dal mondo della tecnologia Corriere.it

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy