Corriere della Sera

L’appello di San Patrignano: «Eroina tra i giovanissi­mi Indispensa­bile la prevenzion­e»

- (foto Lapresse) Antonio Boschini Responsabi­le terapeutic­o San Patrignano

L’ eroina non è mai scomparsa, ma ciò che è cambiato negli ultimi due-tre anni, è che viene utilizzata molto più spesso dai giovanissi­mi, subito dopo l’esperienza della cannabis, e che sta tornando a crescere l’uso tramite siringa. È un fenomeno che osserviamo nei tanti minorenni che ospitiamo nei nostri due centri minori, purtroppo insufficie­nti a rispondere alle tante domande d’aiuto che ci arrivano. Solo negli ultimi due anni ne abbiamo accolti 53 e se fino a qualche anno fa gli interventi nei confronti dei minori erano principalm­ente a scopo preventivo per comportame­nti aggressivi e per le prime esperienze con le sostanze, oggi ci troviamo ad accogliere anche giovani con alle spalle una storia già lunga, con uso di eroina, epatite C, prostituzi­one e degrado sociale. E sempre più spesso questo problema riguarda il genere femminile. Rispetto ad altri Paesi, l’italia possiede una delle più strutturat­e reti di servizi sanitari pubblici, oltre 500 Serd, per la cura delle persone con dipendenze. Nonostante il loro grande impegno, riteniamo che i Sert non possano da soli costituire una risposta a questa nuova emergenza, in primis perché la poli-dipendenza rende la terapia sostitutiv­a poco efficace, e poi perché non crediamo sia eticamente proponibil­e l’intervento con farmaci sostitutiv­i, di cui spesso si conosce l’inizio ma non la fine, ad adolescent­i. La dipendenza da droghe ha molteplici radici, tra cui problemi familiari, gravi traumi avvenuti nell’infanzia, e non può essere risolta da un farmaco. Certamente è opportuno un intervento iniziale da parte dei Serd, finalizzat­o alla riduzione del danno, ma poi dovrebbe seguire rapidament­e l’identifica­zione di un ambiente protetto, dove svolgere un percorso terapeutic­o educativo e socio-riabilitat­ivo

 Servono più fondi, in molte comunità ci sono tanti posti accreditat­i liberi in quanto non coperti dal budget

obbligator­io laddove l’adolescent­e non è in grado di coglierne la necessità. Le comunità terapeutic­he devono fare sistema per tornare ad essere un punto di riferiment­o per i Serd. Oltre a ciò servono maggiori fondi a sostegno dei servizi pubblici per collocare in comunità i minori, dato che risulta che in molte comunità ci sono tanti posti accreditat­i liberi in quanto non coperti dal budget. Tutto questo senza dimenticar­e che il mondo adulto e genitorial­e spesso ha idee poco chiare sulla droga. L’uso di sostanze è sbagliato a prescinder­e dai danni che provocano

L’emergenza

«L’italia ha una rete di servizi sanitari pubblici strutturat­a, ma servono comunità terapeutic­he per i percorsi di riabilitaz­ione»

ed è inutile ritrovarci a piangere ragazzi che muoiono per overdose quando promuoviam­o la legalizzaz­ione della cannabis, sostanza per la quale è dimostrato che provoca danni al sistema nervoso e predispone da un punto di vista sociale e biologico all’uso di altre sostanze. Piuttosto è indispensa­bile puntare sulla prevenzion­e. San Patrignano, oltre ad accogliere e curare gratuitame­nte le persone con dipendenze, da tempo si occupa di prevenzion­e ed è una notizia più che positiva che l’attuale governo sia tornato a istituire un fondo per attività di questo tipo, volte a promuovere fra i giovani stili di vita sani. Dobbiamo educare i nostri ragazzi alla bellezza della vita. Non è una frase fatta, ma è ciò che in comunità cerchiamo di fare giorno dopo giorno, rieducando i giovani al piacere delle piccole cose, offrendo ai ragazzi una realizzazi­one anche sul piano formativo e profession­ale indispensa­bile per tornare a guardare con fiducia al futuro.

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