Corriere della Sera

PERCHÉ NON POSSIAMO NON AMARE LA FRANCIA

-

Caro Aldo, alla Francia, spazzata via dalle armate del Terzo Reich, è stato concesso, immeritata­mente, di sedersi al tavolo dei vincitori con i conseguent­i vantaggi: seggio permanente all’onu e tecnologia nucleare. Questi regali non hanno indotto i francesi a un pizzico di umiltà, anzi hanno accresciut­o il loro senso di «grandeur» alle volte indisponen­te. Raffaello Calopreso La Francia ce ne ha combinate di tutti i colori e ancora oggi non ha perso il vizio! Per me, la cosa peggiore è l’aver colonizzat­o la Corsica, portandola fuori non solo dallo Stato italiano formatosi con tanti sacrifici, ma addirittur­a fuori dalla nazione italiana, imponendo la sua lingua… Domenico Aquili

HCari lettori, o ricevuto molte invettive contro Macron e in genere contro la Francia. Un certo sentimento anti-francese è sempre esistito; ma in questi anni è molto cresciuto. Siamo arrivati al punto che quando giocano Francia e Germania quasi tutti tengono per i tedeschi.

Altri lettori però mi hanno ricordato i tanti segni e personaggi che legano i due Paesi (al consueto elenco che va da Napoleone a Carla Bruni vanno aggiunti almeno il cardinale Mazzarino, che governò oltre le Alpi in nome del giovane Luigi XIV, il Re Sole, e il compositor­e Giovanni Battista Lulli, che sostituì la i del suo cognome con una y e con la sua musica ne eternò la gloria. Quando però le armate regie tentarono di prendersi Torino trovarono la resistenza dei Savoia, che non hanno avuto solo demeriti, e del popolo piemontese. Poi certo ci sono state pagine nere. La strage di Aigues-mortes, con la caccia all’italiano nelle saline: l’accusa che ci veniva fatta era quella mossa oggi ai migranti, rubare il lavoro e abbattere i salari. E «la pugnalata alle spalle» del 1940, quando il Duce attaccò la Francia con i tedeschi già a Parigi, senza peraltro riuscire a muovere un passo.

Oggi la nostra economia è talmente legata a quella francese che una rottura proprio non possiamo permetterc­ela. Un conto è farsi rispettare da Macron, un altro è insultarlo a fini di propaganda interna. Così si prendono i like su Facebook, ma non si fa l’interesse nazionale. Per fortuna c’è Mattarella. E ci sono i destini incrociati di due popoli che a volte non si sopportano, ma sono inscindibi­lmente legati dalla geografia e dalla cultura.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy