«Dopo 61 anni insieme, non ho potuto salutarti»
Te ne sei andata in silenzio, in punta di piedi, come non volessi disturbare. Dopo anni passati insieme dividendo una lunghissima sequenza di problemi legati alla salute dei nostri genitori, poche gioie e tante difficoltà, sei «volata via» da quel letto d’ospedale dopo un mese di pesanti sofferenze. Passavo le giornate accanto a te e ti carezzavo le braccia e le mani massacrate dalle flebo. Eri buona dentro, dicevano i tuoi alunni (sei stata insegnante elementare) e tutti quelli che ti conoscevano, ed era così: eri sempre pronta a mediare, a comprendere, a giustificare, ad aiutare e a consolare. Sembrava che la situazione stesse evolvendo in senso positivo e si ipotizzava di dimetterti; invece è improvvisamente precipitata. Te ne sei andata senza un ultimo saluto, un ultimo abbraccio, pochi minuti prima del mio arrivo. Ho pianto disperata, devastata, abbracciando il tuo corpo immobile, finalmente sereno, addormentato per sempre in quel letto bianco. Siamo state sorelle per 61 anni; ci capivamo con uno sguardo, sapendo di poter contare una sull’altra. Eravamo legate al di là di quanto noi stesse pensavamo e non abbiamo avuto neppure pochi istanti per un ultimo addio. Forse è per questo che voglio pensare che da qualche parte ancora vivi, che mi guardi e aspetti, mi aspetti per quel saluto e quell’abbraccio che ci sono mancati.