Corriere della Sera

Ponte culturale tra premiazion­i e business

- Di Marcello Parilli

L

a sua collocazio­ne (da domani al 23 febbraio al Chinese Theatre sull’hollywood Boulevard) è quanto di più strategico si possa immaginare. Perché «Los Angeles, Italia - Film, Fashion and Arts Fest», il festival che promuove l’italia del cinema negli States, si svolge volutament­e alla vigilia della Notte degli Oscar, spesso approfitta­ndo a proprio vantaggio dell’affluenza massiccia in città di star e profession­isti del settore. La manifestaz­ione, tra proiezioni e anteprime di lungometra­ggi, cortometra­ggi e documentar­i (quest’anno sono 53), premiazion­i, incontri e affari, è infatti solo il vertice principale di un triangolo virtuoso che ha messo in rete anche «Capri, Hollywood» e «Ischia Global», altre due storiche manifestaz­ioni che ormai da anni, a fine dicembre e a luglio, trasforman­o quell’area della costa campana nella sede provvisori­a di Hollywood, dove godersi un’anteprima così come firmare un contratto milionario davanti a una pizza napoletana.

Deus ex machina di tutto questo è Pascal Vicedomini, self made man campano e cittadino del mondo, che quando ha capito che in Rai come giornalist­a non avrebbe mai sfondato, ha deciso di diventare artefice del suo destino. Faccia tosta, simpatia, competenza, talento diplomatic­o, marketing: su questi capisaldi Vicedomini, ormai amico personale di tantissimi tycoon e star, ha costruito questo piccolo impero dei tre festival che oggi ha un peso anche commercial­e significat­ivo: «I nostri sono eventi attivi, concreti,

Orgoglioso Il patron Vicedomini: «Qui a Hollywood i nostri talenti vinceranno sempre»

utili a industria e artisti per fare network, non basati sui fasti di un lontano passato, che ci consente comunque di distinguer­ci ancora oggi. Anche con il grande supporto di Banca Intesa Sanpaolo, vogliamo

promuovere la qualità e la capacità creativa dell’industria cinematogr­afica italiana

di oggi, le coproduzio­ni e le codistribu­zioni, il lavoro, tra gli altri, di gente come Iginio Straffi Group), e poi (Rainbow), Lorenzo Lux, Lucky Mieli Andrea Red, e Mario Fandango, Leone Gianani (Leone facce (Wildside), nuove Film come Costanzo quella di e Marcello Matteo Rovere Fonte, registi — dice come Vicedomini Saverio industrial­e — . Abbiamo tra Italia gettato e Stati un Uniti ponte e oggi culturale siamo e competitiv­i, ascoltati, autorevoli. E lo facciamo da indipenden­ti, cosa di cui siamo orgogliosi».

L’industria del cinema italiano, arriva in California sia con pellicole d’autore, sia con commedie, offrendosi al mercato per antonomasi­a con qualcosa che gli altri ci riconoscon­o (e ci invidiano) da sempre: «Oggi saper creare contenuti è vitale, e l’intelligen­za, il gusto e il talento italiani vinceranno sempre, al di là di tutti gli algoritmi e di tutte le piattaform­e — dice Vicedomini —. Perché anche chi compra le nostre industrie poi vuole che l’intelligen­za e la creatività restino italiane, come dimostra il caso di Valentino e Pierpaolo Piccioli».

Ma per tutto il mondo del cinema gli scenari alla vigilia degli Oscar sono quelli di una guerra epocale che rischia di travolgere ogni equilibrio. «Netflix, con le sue distribuzi­oni ravvicinat­e online e al cinema, con il suo nuovo modo di lavorare, agile e snello, rischia di far saltare il banco — riflette Vicedomini —. Così la vecchia industria americana teme come la peste la vittoria di “Roma” di Cuarón, che in questo senso è diventato un simbolo. Sarebbe la fine di un certo mondo». Anche se a Los Angeles (come a Capri e a Ischia) sono già tutti seduti con i pop corn in mano.

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Amici A sinistra, il numero 1 di Netflix Ted Sarandos con Pascal Vicedomini

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