Corriere della Sera

La Juve torna tutta d’un pezzo

Viviani lentissimo Prova d’efficienza in vista dell’atletico, il Frosinone si arrende in fretta

- G. tim. DAL NOSTRO INVIATO 3 0 Paolo Tomaselli

5,5 Sportiello Vero, subisce tre gol. Ma in realtà limita pure i danni, con un paio di buoni interventi.

5,5 Goldaniga Toglie palla in area a CR7, anche queste possono essere soddisfazi­oni. L’intervento non basta per salvare la sua serata.

5 Salamon Un paio di interventi di testa, favorito dalla sua buona statura. La stessa che lo rende quasi goffo se opposto alla rapidità degli attaccanti bianconeri.

5,5 Capuano Unico segnale di resistenza nella retroguard­ia del Frosinone.

5 Zampano Dalla sua parte si passa con irrisoria facilità.

6 Chibsah Scuola Juve, qualcosa al ghanese deve essere rimasto appiccicat­o. Vivace, senza eccessi.

5 Viviani Andamento lento, lentissimo. Sui calci piazzati non c’è da correre, ma è impreciso.

6,5 Cassata Il migliore, almeno risulta «tignoso», deciso nei contrasti, a tratti pure troppo.

5 Molinaro La notte buia dell’ex. Non ne indovina una, alla fine pare anche disorienta­to.

6 Ciano Almeno ci prova. Ed è l’unico tra gli ospiti.

6 Ciofani Cerca di pungere di testa, ma al collaudo pre-atletico i ritrovati Bonucci e Chiellini non gli concedono altro.

5,5 Pinamonti Entra, quando la partita è già imbrigliat­a e archiviata. Nessun guizzo.

5 Baroni Magari non sarà stata la serata giusta per tenere alto l’onore. Però schieramen­to e atteggiame­nto dei suoi appaiono disarmati.

Una manata violenta sul palo, la rete della porta masticata per contenere la rabbia per un altro gol sfuggito, anche se siamo appena all’inizio del secondo tempo di una partita che la Juve domina e sta vincendo 2-0 contro il Frosinone. La cartolina che la squadra di Allegri spedisce a Madrid (da uno Stadium con tanti spazi vuoti) è quella della fame di Ronaldo, qualcosa di ancestrale e di incontroll­abile, come quella di un bambino dopo tre ore al campetto. È il segnale — ennesimo e definitivo — che Cristiano a 34 anni sente più che mai il richiamo della foresta della Champions.

Il gol numero 19 in campionato (come Platini nel 1985 dopo 24 giornate, ma due in meno di Charles nel 1958) arriva una decina di minuti dopo, su assist di Mandzukic da destra, con una gran girata rasoterra sul primo palo. La smorfia sul volto diventa allora un sorriso disteso e Ronaldo può uscire con largo anticipo, sedendosi due minuti in panchina per poi guadagnare in fretta il tunnel degli spogliatoi. Il check in per il Wanda Metropolit­ano è fatto. E anche il resto dei bianconeri ha già preparato le valigie: per la fuga in campionato, col vantaggio che sale a 14 punti in attesa di Napoli-torino di domenica sera. E naturalmen­te per l’attesissim­a sfida europea.

Dybala per la verità sembra già in volo, perché dopo due panchine di fila, una di routine e l’altra punitiva, dimostra che la cura Allegri mette le ali, come la bevanda della pubblicità. L’argentino dopo appena 6’ segna un gol magnifico, con un tiro teso di sinistro da oltre 20 metri sotto l’incrocio dei pali: la Joya non festeggiav­a con la sua famosa «maschera» in campionato addirittur­a dal 3 novembre (col Cagliari), tanto che domenica scorsa a Reggio Emilia, Ronaldo gliela aveva presa in prestito, per cameratism­o, ma in fondo anche per dare una scossa all’amico. Così stavolta Paulo si diverte a imitare il «Siuuu» di Cristiano in uno scambio di esultanze, dopo il quale la squadra di Allegri può gettare definitiva­mente la maschera.

Perché anche la preoccupaz­ione principale, quella che riguardava la difesa, è ormai dimenticat­a: Bonucci ha recuperato a tempo di record dopo la distorsion­e alla caviglia destra contro la Lazio e va anche a segno

Juventus Frosinone

da un passo (per il 2-0) dopo una respinta di Sportiello su Mandzukic, alzando il piedone per anticipare di un soffio la testa di Khedira. Anche Chiellini, contrariam­ente alle previsioni, fa un tonificant­e warm up di 70 minuti per ritrovare le giuste sensazioni, dopo aver abbandonat­o la nave per infortunio nella serata da incubo di Bergamo.

Il Frosinone, che ovviamente non è nemmeno paragonabi­le all’atletico Madrid, si sente comunque in dovere mostrare un po’ di «cholismo» e di testare la resistenza di caviglie e altre articolazi­oni juventine, venendo in parte ricambiato nello scambio di favori. Mandzukic gioca oltre mezza partita con l’avambracci­o destro fasciato, dopo una brutta caduta in un contrasto con Goldaniga. Ma poi getta la benda fuori dal campo, perché non è questo il momento di mostrare segnali di debolezza: al momento giusto la Juve sembra tornata tutta d’un pezzo.

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