Il gigante al norvegese, male gli azzurri
AARE Anche i Cannibali a volte perdono. Marcel Hirscher non ci sta a fermarsi all’argento, anche perché l’austria al Mondiale di sci è ancora a secco di vittorie, e prova a scatenare tutta la sua cavalleria per rosicchiare i 10 centesimi che il francese Pinturault gli aveva inflitto nella prima manche. Ma tra i due spunta il terzo incomodo, ovvero Henrik Kristoffersen. Il norvegese aveva dei conti da regolare con il Cannibale, che da un anno e mezzo si diverte a batterlo e a ribatterlo. Stavolta, invece, la storia gira nel verso giusto per il giovane vichingo, che risparmierà pure i soldi dello psicanalista: oro (prima medaglia iridata per lui) davanti a Marcel e a Pinturault, che ha difeso il bronzo dall’agguato dello svizzero Meillard. Hirscher era allora davvero debilitato dalla febbre? Può essere, gli è mancato smalto. Ma non si può svilire l’impresa di Henrik, che a 24 anni si è tolto un peso. Hirscher, invece, abbandona il sogno di sorpassare i 7 ori di Toni Sailer, il connazionale ancora primatista ogni epoca ai Mondiali: al massimo farà pari se vincerà domani nello slalom.
L’italia ha fatto una figura perfino peggiore del previsto: saltato Tonetti, ritirato Moelgg dopo una prima manche da qualificato ma in retrovia (non stava bene: ha preferito risparmiarsi per lo slalom), al traguardo sono giunti De Aliprandini (20°) e Maurberger (23°). Tra le porte larghe la carestia si è fatta pesante e soprattutto non se ne vede la fine. L’unica consolazione è che manteniamo il terzo posto nel medagliere, dopo Svizzera e Norvegia prime ex aequo. La pacchia, peraltro, durerà poco. Oggi nello slalom femminile Petra Vlhova prova a battere di nuovo la Shiffrin: attacca nel terreno di caccia preferito dell’americana, se ce la fa è un fenomeno. Sul fronte azzurro, a Chiara Costazza e Irene Curtoni chiediamo prove decorose; alla «deb» Lara Della Mea, invece, un guizzo che giustifichi la previsione che diventerà forte.