Vola Brindisi nel testa a testa con Avellino
FIRENZE La Coppa Italia, orfana della favorita Olimpia, restringe a un poker il mazzo delle pretendenti senza per altro riuscire ancora a mettere a fuoco l’alternativa più credibile. Da una parte Cremona e Bologna, dall’altra Sassari e Brindisi: tutte le semifinaliste hanno almeno una buona ragione per sognare un trionfo inaspettato.
Senza Milano, clamoroso il suo tonfo contro Bologna, la più attrezzata sembrava Venezia che invece fa harakiri contro la Dinamo e per la settima volta su sette partecipazioni esce al primo turno: domina nel 1° tempo e si porta sul 72-52 a metà del 3° quarto realizzando 15 delle prime 22 triple tentate. Quando Tonut (20 punti) timbra il +20, i sardi sembrano allo sbando ma alla prima crepa del muro veneto, indossano la maschera feroce e riscrivono il copione con un parziale di 27-6 firmato Pierre (24 punti) e Thomas. Nel finale Venezia si riporta sul +5 (87-82) ma alza di nuovo le mani dal manubrio troppo presto ed è Cooley a materializzare la beffa con un semigancio a 1’’ dalla sirena. Pozzecco trionfa 88-89 all’esordio e condanna De Raffaele alla sconfitta più dolorosa della sua gestione.
Ricco di colpi di scena l’ultimo quarto di finale: Brindisi, trascinata da Brown (23 punti), vola sul +19 al 13’ (1736) ma Avellino accende il binomio Sykes-filloy (42 punti in due) e sorpassa sul 52-51. Il parziale di 38-15 a inizio 3° quarto mette alle corde l’happy Casa (78-62) che però torna in carreggiata (85-85). Nella volata infuocata sono Chappell e Banks (25 punti) a mettere gli autografi sul trionfo 92-95 dei pugliesi.
Ieri a margine delle Final Eight si è svolto il workshop «Nextgen Educational» sul tema del rapporto tra i giocatori e il mondo dell’istruzione. Lo studio di «A Better Basketball» certifica che il 91,2% degli atleti di A ha almeno un diploma superiore: l’obiettivo della Lega è alzare il numero di quelli che conseguono la laurea facilitando il percorso di chi vuole conciliare basket e studio.