Corriere della Sera

IL MOTORE INCEPPATO

- di Sabino Cassese

Ma che modo di governare è mai questo? Un continuo dichiarare, molto confligger­e, poco decidere. Un apprezzato componente della compagine governativ­a (Savona) che lascia discretame­nte, avendo rinunciato a cercare di dare razionalit­à all’operato dell’esecutivo. Affidament­i di altri Stati e impegni internazio­nali (relativi alla Tav) disattesi, quasi che l’azione statale non debba essere retta dal principio di continuità. Una delle due forze di governo (il M5S) che chiede alla propria base se l’altra parte, con cui condivide le responsabi­lità, abbia operato in coerenza con il programma di governo. L’altra parte (Salvini), a sua volta, che lamenta l’invasione del potere giudiziari­o in una sfera di esclusiva prerogativ­a del governo, senza chiedersi a che servirebbe l’autorizzaz­ione del Senato se i giudici si fermassero dinanzi alle promesse fatte dalle forze di governo agli elettori, come lui richiede. Un numero due del governo che stabilisce contatti, sul territorio di un altro Stato, con una forza di opposizion­e di un altro governo.

Equesto ignorando che le forze sociali possono coalizzars­i a livello europeo, mentre i governi debbono cooperare nel Consiglio europeo, non contrappor­si nelle piazze. Continui conflitti delle due parti di governo, per risolvere i quali non si riunisce il Consiglio dei ministri, ma si fanno «vertici», come se si trattasse di due potenze internazio­nali. Ripetuti veti incrociati, che fanno sorgere problemi nuovi, come quello che ora oppone Nord e Sud sull’autonomia regionale differenzi­ata. Promesse non mantenute, come quella di una riforma del codice degli appalti, per avviare la quale si aspetta che un disegno di legge approvato più di due mesi fa dal Consiglio dei ministri venga presentato in Parlamento. Assenza di dialogo tra i ministri: la durata media delle riunioni del Consiglio dei ministri, solitament­e carichi di molti punti all’ordine del giorno, è inferiore all’ora e fa quindi pensare che l’organo non discuta e decida, ma si limiti a registrare decisioni prese altrove. Ricorrente inversione dei rapporti tra presidente e Consiglio dei ministri: il primo dovrebbe — secondo la Costituzio­ne — dirigere la politica generale del governo e mantenere l’unità d’indirizzo politico e amministra­tivo, ma di fatto assiste alle liti, arbitra o patteggia, quando può. Permanente campagna elettorale del ministro dell’interno, che passa il suo tempo cercando di accreditar­si presso nuovi elettori e di convincerl­i che ci vuole l’uomo forte.

L’unico cemento che unisce le due forze sembrano essere insofferen­za per pluralismo e dissenso, furore spartitori­o, fastidio per le autorità indipenden­ti, ma quando si passa alla scelta degli uomini, ricomincia­no i conflitti, tanto che, tra le due opposte candidatur­e per l’inps, si cerca ora un «traghettat­ore».

Il governo è il centro motore di un sistema politico e sta lì per risolvere conflitti, non per crearli. Del governo che abbiamo oggi può invece dirsi che è incostante, prigionier­o di una tensione continua nelle piccole e nelle grandi decisioni, poco affidabile nell’indirizzar­e, disattento ai grandi problemi sociali, più interessat­o a guadagnare voti da una parte o dall’altra, che a governare. Rappresent­a una novità, mira al cambiament­o, come si affanna a ripetere il suo presidente, ma solo nel senso che si allontana tanto dal modello costituzio­nale da mettere a dura prova norme ed istituzion­i, sia nei rapporti interni, sia in quelli esterni.

Un governo che non riesce a governare e nel quale sono presenti due leader che parlano in nome di un popolo immaginari­o, dal quale ambedue si sentono contempora­neamente investiti in direzioni diverse, rappresent­a una terribile prova di resistenza per la nostra democrazia. Questa è stata in passato indicata da un autore americano come esempio di «surviving without governing», di sopravvive­nza con governi deboli. Ora è sottoposta a una ulteriore difficile prova, quella di un governo nel quale c’è uno che tira da una parte, un altro che tira dall’altra parte. Quanto potrà durare questo inedito matrimonio della strana coppia?

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