Corriere della Sera

«Parigi, vedremo altre divergenze»

Moavero Milanesi: io geloso di Salvini? Sarei peggio di Otello

- di Monica Guerzoni

«Tra Italia e Francia vedremo ancora confronti e divergenze, perché i due sistemi-paese sono in concorrenz­a»: il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi in un’intervista al Corriere. E su Salvini: geloso di lui? Dovrei esserlo di tutti.

ROMA «Il ritorno dell’ambasciato­re francese a Roma era nelle cose».

Pace fatta, ministro Enzo Moavero Milanesi?

«Da quanto si è capito, il richiamo è dipeso più da dinamiche politiche, che dai rapporti diplomatic­i tra i due Paesi ed è importante che l’ambasciato­re sia rientrato in tempi relativame­nte brevi. Francia e Italia hanno molti legami, ci sono mille ragioni per mantenere un quadro sostanzial­e di normalità».

Eppure il ministro e vicepremie­r Luigi Di Maio non si è fatto tanti scrupoli nel provocare lo strappo, il più grave dal 1940.

«Le relazioni fra gli Stati, specie nell’unione europea, sono caratteriz­zate da una vivace miscela di cooperazio­ne e competizio­ne. Non bisogna mai meraviglia­rsi delle contrappos­izioni. L’effervesce­nza è inerente alla normalità. L’importante è preservare sempre garbo e attenzione alle sensibilit­à dell’altro Paese».

Di Maio ha incontrato il leader dei Gilet gialli Christophe Chalencon, golpista dichiarato, dalle cui parole incendiari­e ha poi dovuto prendere distanza. Non pensa che il vicepremie­r avrebbe dovuto essere più prudente?

«Luigi Di Maio ha preso esplicite distanze da una persona che professa modi di pensare e di agire che ovunque verrebbero guardati con preoccupaz­ione. Un fatto positivo che rasserena il clima».

Non teme altre crisi diplomatic­he, vista la continua competizio­ne elettorale tra di Maio e Salvini?

«L’aver riportato la normalità diplomatic­a nelle relazioni con la Francia non deve far pensare che ora tutto sia solo rose e fiori, compliment­i e galanterie. I due sistemi-paese sono in concorrenz­a e quindi vedremo ancora confronti e divergenze. Poiché la dialettica continuerà, anche sul piano della visione politica, vale la pena di badare agli snodi che possono generare incomprens­ioni eccessive».

Lei per ricucire auspicava un colloquio tra Conte e Macron, invece l’eliseo ha invitato il nostro capo dello Stato. Per i vertici Ue l’unica voce affidabile in Italia è quella del presidente Sergio Mattarella?

«La Francia è una Repubblica presidenzi­ale, non è così straordina­rio che ci sia un contatto diretto tra il loro e il nostro capo dello Stato, finalizzat­o peraltro ad agevolare la soluzione. È solo positivo. Ancor più protocolla­re è l’invito al presidente Mattarella a recarsi in visita di Stato a Parigi, spetta a lui fare queste visite e la regola prevede che sia accompagna­to dal ministro degli Esteri».

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non è più un interlocut­ore credibile, per i vertici della Ue? Al Parlamento europeo gli hanno dato del «burattino».

«Stiamo passando da una arena politica nazionale a una arena politica europea e siamo ancora in una fase di transizion­e. Quanto è accaduto a Strasburgo è indicativo, i toni fra politici europei si accendono e anche troppo. Esponenti di forze politiche tradiziona­li, come popolari, socialisti e liberali, adesso dominano il Parlamento Ue e temono, criticano e attaccano le forze nuove più atipiche, come Lega e M5S».

Non crede che l’attacco rivolto a Conte nel Parlamento di Strasburgo puntasse a smascherar­e la debolezza del premier italiano, stretto fra Salvini e Di Maio?

«Alcuni, dimentichi del garbo, hanno usato un linguaggio ruvido e deprecabil­e. Non è la prima volta che succede. Ma, soprattutt­o, non scambiamo l’epiteto di un politico di un partito avversario con il giudizio di un giudice o di un arbitro».

 L’aver riportato alla normalità i rapporti con Parigi non deve far pensare che ora sia tutto rose e fiori 

Sulla Tav bisognerà appurare in modo assolutame­nte meticoloso che cosa succede se si ferma tutto 

Ppe e Pse al canto del cigno come spera Conte? Lo diranno gli elettori, per ora i sondaggi non sono univoci 

La figura del leader della Lega è cresciuta. Sul futuro del governo farà le sue valutazion­i politiche, io sto a quanto ha detto

Per Ppe e Pse è il «canto del cigno», come spera Conte?

«Lo diranno gli elettori il 26 maggio. Per ora i sondaggi non sono univoci, ma sovente il voto stupisce. Leggere le elezioni Europee in chiave nazionale è riduttivo. Andremo a votare per eleggere un Parlamento europeo che decide leggi su innumerevo­li temi che toccano il quotidiano di tutti noi cittadini. Per la prima volta, forse, ne siamo ben coscienti, si vota per dire come sarà l’europa di domani».

Siamo la pecora nera d’europa?

«Non confondiam­oci. Se nel Parlamento Ue è schierata una maggioranz­a avversa, il nostro premier raccoglier­à commenti avversi, come è accaduto. Siamo chiari, dare del burattino al capo di un governo, invitato a parlare in una cornice solenne, è un insulto grave. Si è voluto colpire in Conte la maggioranz­a di governo in Italia, gli avversari politici. E, in modo abrasivo, fare notizia, come la politica richiede».

Il governo gialloverd­e reggerà fino al 26 maggio?

«Ci sono due dinamiche distinte in atto. Ogni governo riceve sempre un impatto nei momenti elettorali, è fisiologic­o. Più specifiche sono le elezioni Europee, perché le due forze di maggioranz­a in Italia sono in minoranza nel Parlamento europeo e cercano spazi e alleanze diverse. C’è emulazione reciproca, ma non impedirà al governo di arrivare alle Europee».

Se fermerete la Tav, come farete a recedere dai quattro trattati internazio­nali ratificati?

«Per la Tav è indispensa­bile appurare in modo chiaro e meticoloso i fatti, le regole e gli accordi, se del caso anche con un passaggio parlamenta­re. Serve un atto di assoluta, inoppugnab­ile trasparenz­a davanti al Paese».

Sul Venezuela resterete isolati, o riconoscer­ete Guaidò?

«La nostra priorità è garantire al popolo venezuelan­o l’afflusso degli aiuti umanitari. Sotto il profilo politico, non riconoscia­mo legittimit­à all’elezione di Nicolas Maduro, mentre la riconoscia­mo all’elezione dell’assemblea nazionale. Vorremmo favorire una riconcilia­zione che permetta nuove elezioni presidenzi­ali. Abbiamo dunque lo stesso obiettivo della maggioranz­a dei Paesi europei».

Matteo Salvini sta cercando una strada per approdare a Palazzo Chigi prima delle Europee?

«Alla luce dei sondaggi la sua figura di leader è molto cresciuta, l’azione di Salvini raccoglie il favore di tanti italiani. Sul futuro del governo il vicepremie­r farà le sue valutazion­i politiche, ma per il momento sto a quanto lui stesso dice pubblicame­nte e cioè che questo governo deve continuare a lavorare».

Non è geloso della visibilità internazio­nale di Salvini?

«Quando il ministro dell’interno si occupa di migrazioni, necessaria­mente si proietta in una dimensione estera. Non sono geloso, anche perché allora dovrei esserlo di ogni ministro che è obbligato a gestire anche una dimensione estera. Diventerei peggio di Otello, che almeno di rivali ne aveva uno soltanto».

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 ??  ?? L’alta velocitàIl primo febbraio, mentre Salvini spinge per la Tav dal cantiere di Chiomonte, nonostante il no del M5S, la ministra francese dei Trasporti Elisabeth Borne, dal cantiere di Saint-martinde-la-porte invita l’italia a finire l’opera
L’alta velocitàIl primo febbraio, mentre Salvini spinge per la Tav dal cantiere di Chiomonte, nonostante il no del M5S, la ministra francese dei Trasporti Elisabeth Borne, dal cantiere di Saint-martinde-la-porte invita l’italia a finire l’opera
 ??  ?? Il franco Cfa Attaccando l’ue sulla questione dei migranti, il M5S punta il dito contro la Francia, accusata di colonialis­mo e di imposizion­e del franco Cfa: il 20 gennaio a Che Tempo Che Fa Alessandro Di Battista porta un fac-simile della moneta
Il franco Cfa Attaccando l’ue sulla questione dei migranti, il M5S punta il dito contro la Francia, accusata di colonialis­mo e di imposizion­e del franco Cfa: il 20 gennaio a Che Tempo Che Fa Alessandro Di Battista porta un fac-simile della moneta
 ??  ?? I latitantiD­al rientro di Cesare Battisti, il 14 gennaio, il vicepremie­r Salvini ha chiesto con più insistenza a Macron la restituzio­ne dei terroristi latitanti. La Francia ora si impegna «a rivalutare la posizione dei latitanti»
I latitantiD­al rientro di Cesare Battisti, il 14 gennaio, il vicepremie­r Salvini ha chiesto con più insistenza a Macron la restituzio­ne dei terroristi latitanti. La Francia ora si impegna «a rivalutare la posizione dei latitanti»
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Chi èEnzo Moavero Milanesi, 64 anni, ministro degli Affari esteri e della Cooperazio­ne internazio­nale

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