IL SOVVERSIVO E L’ESIBIZIONE DELL’IGNORANZA
Un sovversivo si aggira per l’italia, dice frasi sconnesse che turbano l’ordine pubblico, sostiene tesi rivoltose, mina alle radici quanto di buono i nostri governanti stanno facendo. Difficile capire come il vice premier poliziotto non lo abbia ancora fatto arrestare. Faremo noi la spia, fornendo nome e cognome, perché si ponga fine a idee perniciose come queste: «L’italia è priva di una classe dirigente e occorre ricostituirla al più presto»; «Oggi assistiamo all’ostentazione
Capaldo «Servono cittadini che provino disagio a non avere cultura»
dell’ignoranza della non cultura. Dobbiamo avere cittadini che provino disagio a non avere una cultura e che abbiano l’ansia di formarsela». L’aizzatore si chiama Pellegrino Capaldo, già ordinario di economia aziendale alla Sapienza (tra i suoi allievi Mario Draghi e Ignazio Visco), un super-tecnico che ha ricoperto molti incarichi in campo economico, finanziario e anche politico.
C’è un libello molto divertente e provocatorio di Giacomo Papi, «Il censimento dei radical chic», che inizia così: «Il primo lo ammazzarono a bastonate perché aveva citato Spinoza durante un talk show». Papi è convinto, citando con imprudenza Gramsci e Fruttero & Lucentini, che dall’egemonia culturale siamo passati alla prevalenza del cretino e suggerisce come eliminare ogni complessità: è l’élite che deve abbassarsi, non il popolo elevarsi. I capaci vanno eliminati.
Prof. Capaldo, niente citazioni colte!