«Sì all’intesa con il Veneto o sarà un’ecatombe Il governo può proporla a tutte le altre Regioni»
Zaia: macché secessionismo, seguiamo la Costituzione
MILANO «Lancio la mia sfida: si approvi l’accordo con il Veneto e lo si proponga a tutte le Regioni. Il lavoro lo abbiamo già fatto noi, gratuitamente». Luca Zaia sembra un po’ seccato dalla piega che sta prendendo la discussione sulle autonomie chieste — oltre che dalla sua Regione — da Lombardia ed Emilia-romagna. Il governatore veneto, dunque, si rivolge al governo.
In che senso si potrebbe proporre il vostro accordo?
«Se c’è tanta paura rispetto a quello che stiamo facendo, si dia la possibilità a tutti di fare la stessa cosa. Poi ciascuna Regione sceglierà: a me interessa questo, io sono a posto così...».
E dovrebbe essere il governo a proporlo?
«In Costituzione non c’è scritto che il governo non può offrire una cosa del genere. Così vedremo tutti i governatori: se un presidente fa una battaglia perché una Regione non abbia un’autonomia, o perché la sua Regione non ce l’abbia, certifica che l’unica prospettiva è la suddivisione del malessere».
Presidente, non si aspettava una discussione accesa su questi temi?
«Sì, ma qui esce schizofrenia allo stato puro, leggo sciocchezze e scemenze. Quelli che si distinguono sono i Pd: mi hanno portato di fronte alla Consulta, non hanno fatto usare la tessera elettorale per il referendum, hanno fatto pagare la sicurezza e fatto ricorsi al Tar fino a due giorni prima del referendum. E ora parlano di secessione dei ricchi, di staterelli...».
Non è così?
«Noi stiamo facendo esattamente quanto è scritto in Costituzione. Per la precisione, abbiamo agito sulla base della riforma del Titolo V voluta nel 2001 dal Pd. Eppure, leggiamo che il rispettare la Costituzione è un atto di secessionismo. Vuol dire che qualcuno non è connesso con il suo cervello».
I 5 Stelle lamentano che i testi delle autonomie non siano emendabili dal Parlamento. Hanno torto?
«Ma guardi che nessuno vuole impedire al Parlamento di esprimersi. Io trovo che sia assolutamente legittimo che se ne discuta. Fermo restando che la Costituzione è chiara: firma dell’intesa tra premier e governatore, approvazione dell’intesa in Parlamento. Con un sì o un no. Non lo dice Luca Zaia».
Però, già si parla di un rinvio della questione a dopo le Regionali. È una sua preoccupazione?
Salvini e Di Maio trovino la sintesi Uno stop vorrebbe dire che comandano i falchi M5S
La richiesta campana «De Luca si arrampica sugli specchi, se vuole l’autonomia prepari un piano e lo faccia votare»
«Io ho fiducia in Matteo Salvini, penso che sia l’unico che in questa fase possa trovare la sintesi con Luigi Di Maio. Per noi, non approvare l’autonomia sarebbe un’ecatombe istituzionale e politica. Per i 5 stelle sarebbe il sancire che le Nugnes e De Falco dettano la linea. Ma io sono per la linea di Di Maio, non di questi...».
Perché parla della linea di Di Maio?
«Perché i 5 stelle hanno sostenuto il referendum sia in Lombardia che in Veneto, hanno sottoscritto il contratto di governo in cui l’autonomia è una delle nostre doti più importanti, e ricordo che di autonomia si parla anche nel Def».
E allora come spiega questa levata di scudi?
«Guardi, lo ha detto Giorgio Napolitano: autonomia significa assunzione di responsabilità. Le istituzioni si lamentino pure, ma i cittadini devono capire bene un fatto: se ci fosse l’autonomia in tutte le Regioni ci si metterebbe un secondo a vedere gli sprechi. Balzerebbero all’occhio».
Ora ha chiesto l’autonomia anche il governatore campano De Luca.
«Fantastico. Stiamo assistendo a questa sua arrampicata sugli specchi. Prima dice di aver chiesto l’autonomia, poi che bisogna coalizzarsi contro, e ora di nuovo che la chiede. Se la vuole, vada in Consiglio regionale, presenti un progetto, lo trasformi in legge e mandi il tutto al governo. Se vuole un percorso che renda forti, indica anche un referendum. Non è facile, a noi l’hanno bocciato due volte. Poi, è stato approvato dalla Corte costituzionale in cui sedeva anche Sergio Mattarella. Così si è credibili».
Governatore, sta perdendo il suo tradizionale aplomb?
«Ma no. È che non posso sentire certe cose. Leggo che se i cittadini del Sud vanno a curarsi al Nord, la colpa è del Nord. Io penso che se dalle mie parti fossero costretti a prendere l’aereo per andare a curarsi, verrebbero a cercarmi...».