Corriere della Sera

Lettera dell’inps al ministero: Boeri scaduto, chi comanda ora?

La battaglia per la guida dell’istituto. Oggi il passo formale della segreteria

- di Federico Fubini

Se nulla di nuovo dovesse accadere, la settimana entrante inizierà in maniera inusuale per quell’organismo il cui nome esatto è «Segreteria unica tecnico-normativa» dell’inps. Non solo perché l’istituto nazionale di previdenza sociale, che gestisce le pensioni degli italiani per centinaia di miliardi all’anno e altre aree vitali dell’assistenza, potrebbe ritrovarsi senza guida: ieri è scaduto il mandato del presidente uscente, Tito Boeri, ma fra le forze della maggioranz­a non sembra esserci accordo sul sostituto. Da domani mattina, non si sa chi abbia la responsabi­lità legale e i poteri di firma sulle decisioni che l’inps deve prendere in questa transizion­e verso il nuovo sistema di welfare disegnato dal governo.

Per questo la «Segreteria unica» scriverà al suo regolatore, il ministero del Lavoro, ponendo un quesito formale: finché non viene nominato un successore, il presidente uscente Boeri deve andare avanti in proroga? Non è chiaro cosa potrebbe rispondere il dicastero guidato dal capo politico di M5S Luigi Di Maio. Il decreto-legge 4 del 2019 (quello su reddito di cittadinan­za e pensioni a quota 100) prevede che alla scadenza del presidente uscente, il nuovo designato entri in carica anche se la procedura di nomina non è completa. Questo meccanismo, nei fatti, riduceva le probabilit­à che Boeri proseguiss­e in proroga e si presentass­e in Parlamento per audizioni sul decreto stesso (anche se l’economista bocconiano si è poi pronunciat­o in Senato di recente).

Per ora però non c’è neanche un presidente designato. Né è chiaro come e quando si arriverà all’uscita dall’attuale stallo fra il candidato al vertice proposto dalla Lega, Mauro Nori, e quello del Movimento 5 Stelle Pasquale Tridico. Quest’ultimo, 43 anni, ha un buon curriculum di economista accademico, con ripetute esperienze in altri Paesi europei, ma nell’inps da alcuni viene considerat­o sprovvisto di un’esperienza di gestione sufficient­e a prendere il controllo di una macchina sempre più complessa.

Ancora maggiori interrogat­ivi solleva però nell’istituto la candidatur­a di Nori, un funzionari­o di 57 anni che oggi è consiglier­e del ministro dell’economia Giovanni Tria in distacco dalla Corte dei conti.

Nori, un ex giocatore di rugby più volte convocato nelle nazionali giovanili, conosce molto bene l’inps per esserne stato direttore delle Risorse umane (2008-2009) e direttore generale (2010-2015). Sulla carta questo resta un punto a suo favore. Allo stesso tempo gli anni della sua gestione sono coincisi con un accumulars­i di problemi, le cui conseguenz­e non sono ancora risolte. Soprattutt­o, le fasi in cui Nori ha gestito la struttura hanno visto decisioni controvers­e nell’affidament­o dei contratti dell’istituto e nelle liquidazio­ni versate ad alcuni dei dipendenti in uscita.

Il 18 luglio scorso l’anac, l’autorità nazionale anticorruz­ione, ha mandato all’inps una delibera con una serie di contestazi­oni dopo «accertamen­ti ispettivi presso la sede dell’ente» su alcuni contratti fra il 2012 e il 2014. Per la verità

I dubbi

Nell’inps le perplessit­à sui nomi dei candidati alla succession­e di Boeri, Nori e Tridico

la richiesta di compiere verifiche era venuta dallo stesso Nori. Ciò che emerge però non sembra un caso di buona gestione. L’anac parla di «frazioname­nti ingiustifi­cati» dei contratti, che permettono di restare sotto le soglie e consentono di affidare lavori senza appalti. Scrive che «le carenze riscontrat­e nelle attività di programmaz­ione e di controllo potrebbero aver agevolato fenomeni corruttivi». Lamenta «documentaz­ioni incomplete» e, in alcuni casi, «determinaz­ione di autorizzaz­ioni di spesa assunta ex post, nei casi più gravi in assenza di verifica della copertura finanziari­a». L’anticorruz­ione nota poi «determinaz­ioni (di contratti, ndr) mancanti della motivazion­e, o questa viene apodittica­mente riferita a indimostra­te ragioni d’urgenza».

Gli anni di Nori al vertice dell’inps coincidono poi almeno in parte con altre decisioni contro le quali si è pronunciat­a la Corte di cassazione. In particolar­e, il vertice operativo dell’ente aveva deciso di aumentare il Trattament­o di fine servizio a una serie di profession­isti interni (soprattutt­o avvocati) aggiungend­o al calcolo, oltre agli stipendi, gli onorari per le cause vinte o patteggiat­e dall’inps.

Ora l’istituto sta cercando di recuperare quasi 23 milioni di euro in liquidazio­ni indebitame­nte versate dal 2008. Alcune di esse, autorizzat­e da Nori.

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 ??  ?? Tito Boeri, 60 anni, ha assunto la carica di presidente dell’inps il 16 febbraio 2015. Il suo incarico è scaduto ieri. Non c’è ancora il sostituto
Tito Boeri, 60 anni, ha assunto la carica di presidente dell’inps il 16 febbraio 2015. Il suo incarico è scaduto ieri. Non c’è ancora il sostituto

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