«God save the Queen», l’inno creato da europei
Un giorno del 1686, il re di Francia Luigi XIV, sedendosi nella carrozza reale, fu ferito dalla punta di una piuma emergente da un cuscino. Creme e unguenti non evitarono che la ferita si infettasse e si dovette ricorrere a un intervento operatorio che procurò al re grandi sofferenze. In tutto il reame furono innalzate preghiere propiziatorie e la Superiora del convento delle Dames de Saint Cyr, Madame de Brinon, scrisse alcuni versi pregando il compositore Jean-baptiste Lully (l’italiano Giovan Battista Lulli) di metterli in musica, perché le giovani allieve potessero cantare quell’inno in omaggio al re. Nel 1714, a Versailles, Georg Friedrich Händel, udì quel canto e ne fu affascinato. Poi, a Londra, chiese a un religioso, padre Carrey, di tradurre il testo in inglese. Infine, ricevuto da re Giorgio I d’inghilterra, Händel gli offrì il cantico delle suore di Saint Cyr. Lusingato, Re Giorgio decise di adottare per le cerimonie ufficiali l’inno «God save the King». Perciò, quando oggi i sudditi della Corona, brexiteers compresi, scattano in piedi alle note dell’attuale «God save the Queen,» sappiano che quel britannico inno è nato dalla collaborazione di una francese (Madame de Brinon), un italiano (Giovan Battista Lulli), un inglese (padre Carrey), un tedesco (Georg Friedrich Händel ), e da una... parte bassa francese, quella del Re Sole. Viva l’europa!