Genova, addio all’editore Brivio Sforza
Venerdì è morto, all’età di 80 anni, Cesare Brivio Sforza. Negli anni Settanta, dopo l’uscita di scena della famiglia Grazioli, è stato uno dei principali azionisti del quotidiano di Genova Il Secolo XIX insieme alla famiglia Perrone con la quale era imparentato dalla parte materna. È stato editore della storica testata del capoluogo ligure sino al 2009, quando ha ceduto la sua quota al cugino Carlo Perrone. Brivio Sforza, però, discendeva da una famosa famiglia nobiliare milanese e aveva mosso i primi passi nel mondo dell’editoria lavorando nel quotidiano milanese Il Giorno. Poi era andato a guidare il «Decimonono» che era stato rinvigorito dalla direzione incisiva di Piero Ottone. Giornalista che, da poco, si era licenziato per andare a guidare il Corriere della Sera. Durante i suoi anni da editore, Brivio aveva puntato sia sul rafforzamento della struttura aziendale sia della squadra giornalistica affidando il quotidiano a direttori di grande esperienza e autorevolezza come Cesare Lanza, Michele Tito, Tommaso Giglio, Carlo Rognoni, Gaetano Rizzuto, Antonio Di Rosa, Lanfranco Vaccari e Umberto La Rocca. Nel 1982, sotto la sua guida, Il Secolo XIX ha registrato il record storico di vendite raggiungendo le 155 mila copie giornaliere di media con punte domenicali di 200 mila copie. Risultati raggiunti anche grazie agli investimenti per rafforzare le edizioni locali in Liguria e Piemonte. L’azienda così era arrivata a occupare in tutto oltre 500 dipendenti. L’editore era stato, poi, fra i pionieri dell’integrazione fra carta stampata e televisione sostenendo e avviando, nel 1977, l’esperimento di Tivuesse. Fra le sue passioni più grandi c’era quella per i cavalli. Non era solo proprietario e allevatore di puledri di razza ma era considerato uno dei più noti «gentleman rider».