Zalone, ciak in Africa Il film «Tolo Tolo» uscirà il 25 dicembre
Vince anche l’italia alla Berlinale. I piccoli criminali napoletani de La paranza dei bambini (è stato venduto all’estero in venti Paesi con un titolo un po’ minaccioso, Piranhas) ottiene il premio della sceneggiatura, suddiviso fra tre, e tutti alla cerimonia di chiusura hanno parlato in italiano. Dopo avere detto giorni fa di non sentirsi intimidito dalla minaccia espressa di togliergli la scorta, Roberto Saviano a Berlino non perde di vista Matteo Salvini, ma ora sposta il tiro sui migranti: «Certe cose si devono dire con la lingua della carne. Dedico questo premio alle Ong, Organizzazioni non governative che salvano tante vite nel Mediterraneo, e ai maestri che salvano i ragazzi dalla strada; raccontare oggi la verità nel nostro Paese è una cosa complicata». L’altro autore Maurizio Braucci: «I ragazzi del Sud hanno bisogno di essere aiutati». Il regista Claudio Giovannesi: «Con la speranza che l’arte, la cultura e la formazione in Italia tornino a essere una priorità. Le cose che raccontiamo esistono se lo Stato è lontano».
Più tardi, a cerimonia conclusa, Saviano ci telefona: «Il premio è un riconoscimento al lavoro di questi anni attorno al film. Quando decidi di raccontare le ferite e le dinamiche della realtà, il cinema italiano ritrova una sua credibilità. Ho incontrato a Berlino ragazzi di altre nazionalità, e tutti si riconoscono nel film, nessuno ha pensato che fosse qualcosa di napoletano. Non è il racconto di un ghetto ma di una generazione». Saviano, cosa risponde alla vecchia obiezione, dai tempi della Piovra, di chi dice che film così fanno male al Sud? «Che quella posizione è un invito all’omertà mascherata. Illuminare una realtà è già un percorso di guarigione: è all’ombra che queste cose si moltiplicano». Una curiosità, le piace il titolo Piranhas scelto per l’estero? Sorride: «Sono i piccoli pesci feroci, ci può stare. Io preferisco La Paranza dei bambini». E poi: «I piranhas sono già usciti allo scoperto, le A Capodanno del 2016 usciva nelle sale «Quo Vado», il quarto film di Checco Zalone: fu subito un successo straordinario, tra record e primati vari. Poi per il comico pugliese, silenzio pressoché assoluto, a parte qualche comparsata tv. Fino a ieri, quando il produttore di tutti i suoi lavori, Pietro Valsecchi ha annunciato finalmente l’uscita della nuova fatica di Zalone, girata in Kenya: si intitolerà «Tolo Tolo» e uscirà a Natale di quest’anno. «Tutti dicono che una volta vista l’africa ti rimane dentro e alla fine, prima o poi, ci si ritorna: lo chiamano Mal d’africa. Lo stesso capita a tutti gli spettatori — scherza Valsecchi — che in questi dieci anni hanno amato i film di Zalone: attendono da tre anni il suo nuovo film e soffrono un po’ di mal di Zalone». Poi il produttore si fa più serio: «È il film della piena maturità artistica, ha lavorato per più di un anno a questo grande progetto e per la prima volta ne è anche il regista». Già, si è rotto lo storico sodalizio con Gennaro Nunziante che aveva diretto tutti i suoi film. La trama? Si sa ancora poco anche se, sempre Valsecchi, ha anticipato che si tratterà di «temi importanti» perché Zalone sa «metterci davanti agli occhi i piccoli e grandi vizi che tutti noi abbiamo».