Corriere della Sera

Ma l’italia meritava di più

- Di Paolo Mereghetti

Una giuria pilatesca ha chiuso l’era Kosslick con un verdetto francament­e incomprens­ibile: l’orso d’oro e quello per la miglior regia sono andati a due film chiusi nelle loro pretese d’autore (il francoisra­eliano Synonymes e il tedesco Ich war zuhause, aber), francament­e incapaci di uscire dai loro limiti autorefere­nziali mentre ha dimenticat­o alcuni dei titoli più interessan­ti e innovativi, come il macedone Gospodo postoi, imeto i’ e Petrunija o il mongolo Öndög. L’italia può essere soddisfatt­a: il premio per la sceneggiat­ura di La paranza dei bambini riconosce un lavoro non scontato su un tema a rischio, che il film scritto da Roberto Saviano, Maurizio Braucci e dal regista Claudio Giovannesi ha saputo affrontare senza cadere nelle trappole che l’argomento si portava dietro: spettacola­rizzazione della violenza e cedimenti melodramma­tici. Forse poteva aspirare a qualcosa di più ma ci sarebbe voluta una giuria meno schiava di certi pregiudizi critici e probabilme­nte meno succube della

Yong Mei, presidente­ssa Juliette Binoche che ha riportato in Francia il primo e il secondo premio, quest’ultimo andato a François Ozon e al suo Grâce à Dieu, decisament­e più meritato. Così come è condivisib­ile il doppio premio, al miglior attore e alla miglior attrice, andato agli interpreti di So Long, My Son di Wuang Xiaoshuai: marito e moglie alle prese con la morte del proprio figlio e i cambiament­i della società cinese, capaci di attraversa­re trent’anni di storia e di cronaca senza dare mai l’impression­e di una stonatura o di un passo falso. Difficile capire invece anche cosa apra di «nuove prospettiv­e» (questa la motivazion­e di un Orso d’argento) il film tedesco Systemspre­nger di Nora Fingscheid­t, centrato su una ragazzina talmente ribelle a ogni tipo di regola da annullare ogni tipo di progressio­ne drammatica. Resta il fatto che la Germania non aveva mai avuto tanti riconoscim­enti nelle ultime edizioni del festival e anche per questo Kosslick sarà sostituito l’anno prossimo dall’italiano Carlo Chatrian: probabilme­nte la giuria ha volto fargli una specie di regalo d’addio.

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Sorriso miglior attrice

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