Corriere della Sera

«Mondiale eccomi qua Io sono al top»

Primo a Cogne davanti a De Fabiani

- Gaia Piccardi

In viaggio verso Seefeld dove mercoledì comincia il Mondiale di fondo (giovedì sprint e domenica team sprint: le sue gare), Federico Pellegrino trasmette l’allegria di chi ha appena vinto la partita della vita segnando un gol in casa, come spera faccia la sua Juve nel ritorno di Champions contro l’atletico Madrid. Il trionfo di Cogne in rimonta, 13° centro della carriera, abbinato al secondo posto di Francesco De Fabiani per la prima doppietta azzurra in una sprint di Coppa, gli ha regalato uno dei più bei giorni della vita sugli sci di fondo: «Un successo potente, che ricorderò a lungo». La sciolina emotiva migliore per arrivare carico al Mondiale, dove c’è l’oro di Lahti 2017 da difendere.

Il bastoncino rotto, il recupero, la volata sul francese Chanavat e davanti a De Fabiani. A scriverla, non poteva venire meglio Federico.

«Avevo un gran bisogno di questo bellissimo risultato. Per me e la mia gente. Era un’occasione troppo ghiotta da sprecare in Val d’aosta, davanti ai miei tifosi. Partivo favorito: non potevo nasconderm­i».

Ottimo anche il lavoro di squadra: lei che rompe e il tecnico che è lì pronto.

«Bastone destro, come quello che si è spezzato. E dell’altezza giusta. Non era scontato. L’imprevisto, col senno di poi, mi ha aiutato: gestire il vantaggio mi avrebbe destabiliz­zato, così invece ho agito senza pensare troppo. Da terzo a primo in 300 metri».

Aveva già fatto rimonte così strepitose?

«A Falun, prima del Mondiale 2017: porta bene!».

Anche De Fabiani secondo in una sprint non era scontato...

«Io ho creduto in Franci prima di lui. Ci alleniamo sempre insieme, siamo compagni di stanza: lo conosco bene. Nasce in classico, ma in alcuni allenament­i è più veloce di me. Non ho mai capito perché facesse tanta fatica a qualificar­si per la sprint, invece per le qualità che ha è un velocista magnifico. Deve solo acquisire un po’ di malizia».

E se Pellegrino-de Fabiani fosse la squadra per la team sprint di Seefeld?

«Eh, lo penso anch’io. Il mio compagno abituale, Didi Noeckler (bronzo e argento iridati con il Falco, ndr), si è un po’ perso per strada. C’è Rastelli, ma con Francesco ci troviamo bene: è molto probabile che al Mondiale correremo noi due. Entrambi siamo appassiona­ti di tecnologia: io però nel tempo libero sto con la mia fidanzata fondista Greta Laurent, lui costruisce e fa volare droni».

A proposito di malizia: in Coppa, a Dresda, troppa malizia le è costata una retrocessi­one.

«Un weekend che mi ha messo addosso tante paure. Sono arrivato per vincere tutto e superare il norvegese Klaebo in classifica, sono partito Falco Federico Pellegrino, 28 anni, ha conquistat­o ieri a Cogne la 13ª vittoria in Coppa del Mondo. A Seefeld difenderà il titolo conquistat­o nel 2017 a Lahti A caccia di un altro oro (Ap) con un pugno di mosche. Lì sono uscite le lacune del sistema delle giurie Fis. In pista sono furbo, non scorretto. I norvegesi dicono che sono sempre al limite, ed è vero. Se ieri usavo dieci occhi, oggi ne uso venti. Ma la paura, anche a Cogne, non mi è passata del tutto».

Oltre diecimila persone lungo la pista.

«Stupendo. Gare come quella di Cogne fanno bene al fondo e a noi atleti. Il pubblico è fondamenta­le. Mi gasa vedere lo stadio di Anterselva pieno per i biathleti, mi intristisc­e vedere il parterre di Aare sguarnito».

Alla fine del Mondiale, Federico, sarà contento se...?

«Se ripartirò dall’austria senza rimpianti. Non voglio avere nulla da recriminar­e: questa è la mia legge-base. Ci arrivo al meglio della condizione e sarò ben contento di affrontare Klaebo, che a Cogne non c’era. Gli ho mandato un bel segnale. E russi e francesi non staranno a guardare».

Sprint, team sprint e staffetta. Sulla carta, tre medaglie.

«Ne basterebbe una: sarebbe il terzo Mondiale consecutiv­o sul podio. In caso di vittoria, il secondo di fila. Se vogliamo parlare di sogni, eccoli».

Oltre ai sogni, la realtà: la staffetta, che misura il polso di un Paese, viene dal settimo posto di Pyeongchan­g.

«L’oro è prenotato dalla Norvegia, l’argento dalla Russia. Per il bronzo, nell’ordine, se la giocano Francia, Svezia, Finlandia, Germania, Svizzera e Italia. Diciamo che possiamo considerar­ci degli outsider».

Davide Graz, classe 2000, ieri 31°, è il futuro?

«Ho sperato che entrasse a punti nel suo esordio in Coppa del Mondo, come era successo a me da junior. Vorrei che il d.t. Selle lo portasse al Mondiale per fare esperienza».

Cosa avrà sul comodino a Seefeld, Pellegrino?

«Eh questo è un bel problema. L’orsetto di peluche portafortu­na Reta, regalo della mia fidanzata, è andato a fuoco a Cogne: era appeso all’abat-jour, lasciata accesa dalla signora delle pulizie. L’ho ritrovato mezzo carbonizza­to: gli farò un intervento chirurgico prima di Atletico-juve, che si gioca alla vigilia della mia sprint. Rimetterlo in vita porterà fortuna a tutti, spero».

Stupendo vincere a Cogne, avevo bisogno di questo bellissimo risultato. Tre medaglie a Seefeld? Ne basterebbe una, fosse d’oro sarebbe la seconda consecutiv­a

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