Basket e calcio parlano di arbitri «Portatori sani di regole e cultura»
Basket e calcio si incontrano e per la prima volta parlano di arbitri. Una idea forte che è diventata realtà nel convegno di ieri a Firenze «La percezione dell’arbitro nello sport e nella società», organizzato dall’aiap. Il vicepresidente dell’associazione italiana arbitri pallacanestro, Gabriele Bettini, ha spiegato il valore sociale del diventare direttore di gara: «Il ragazzo che impara le regole poi le trasforma in rispetto delle leggi». Il presidente della Fip Gianni Petrucci ha sottolineato: «La regola principale dell’arbitro è la psicologia: si devono presentare con il sorriso e avere sensibilità». Simone Valente, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, da appassionato di basket con un passato da giocatore, ha aggiunto: «L’arbitro si ritrova spesso a essere solo, giudice bersagliato dalle critiche. Serve un cambiamento culturale che parta dalla scuola». Sul tema sono intervenuti anche gli ex allenatori azzurri Sacchi
(foto) e Tanjevic. «Io lavoravo per fare giocare bene i miei giocatori — ha spiegato Arrigo —. Se una squadra crede nella bellezza e nei valori aiuta gli arbitri che per me sono degli eroi». La chiosa spetta a Marcello Nicchi, presidente Aia: «Vorrei cambiare il nome alla mia associazione: siamo portatori sani di regole e cultura. Per poter essere arbitro bisogna essere liberi da ogni tipo di vincolo tecnico ed economico».