Corriere della Sera

Cremona contro Brindisi La Coppa della rivoluzion­e ha una finale a sorpresa

Bologna e Sassari k.o., è basket spettacolo anche senza le grandi

- DAL NOSTRO INVIATO Roberto De Ponti

E quando ti ricapita più un’occasione del genere? Spesso, verrebbe da dire, vedendo come Milano (e nel suo piccolo pure Venezia) approccia ogni anno le Final Eight di Coppa Italia, professori­ni che arrivano per insegnare pallacanes­tro e ritornano a casa lasciando l’impression­e di non aver neppure studiato. Però, ripensando­ci, quando mai davvero ricapiterà a Cremona e a Brindisi di giocarsi con buone speranze la finale?

Tradita dalle grandi (ma ormai è un’abitudine), la Coppa Italia ha scelto le due protagonis­te meno pronostica­bili ma più adatte alla pallacanes­tro in versione tiro a segno: ieri, per dire, la Vanoli ha segnato 38 punti in un quarto, il secondo, mentre Brindisi e Sassari hanno chiuso il primo periodo sul 32-28, con una proiezione finale di 240 punti. C’era una volta la difesa.

Dicono che questo sia il basket moderno. Sarà davvero così, se sul New York Times un lettore con una lunga lettera ha consigliat­o ai tifosi Nba di lasciar perdere l’all Star Game e di dedicarsi al basket italiano, che offre «drama» in ogni partita. Parte che interpreta alla perfezione la Cremona di Sacchetti, che nella prima semifinale ha asfaltato (102-91) una Virtus Bologna ingigantit­a dal successo nei quarti con l’olimpia e rimpicciol­ita dai 26 punti in 28 minuti realizzati da Travis Diener, 37 anni tra 12 giorni, che ha brillato per intelligen­za cestistica in mezzo a un manipolo di muscolari (anche se Mathiang, 19 punti e 10 rimbalzi, e Saunders, 15 e 5, qualche merito ce l’hanno).

Per Diener e Sacchetti sarà un déjà vu delle vittorie sotto la bandiera di Sassari: il play fu Mvp della finale 2014, l’allenatore concesse il bis (2015) nella stagione del triplete. Il primo è naturalizz­ato italiano, il secondo allena la Nazionale, e venerdì l’italia affronta l’ungheria nella partita che deciderà la qualificaz­ione ai Mondiali. Meo, perché non convocare Diener? «Niente da fare, ha già prenotato un weekend a Londra».

Anche per Brindisi, come per Cremona, la finale sarà un inedito assoluto. Non poteva non arrivarci, la squadra di Frank Vitucci, dopo aver vinto nei quarti con Avellino (dal +19 al -16 e rimonta all’ultimo canestro). La semifinale con Sassari ha seguito un andamento relativame­nte più regolare, con i pugliesi avanti

Semifinali

Cade la Virtus che aveva steso Milano, i sardi mancano il sorpasso alla sirena

praticamen­te dalla palla a due alla sirena, con Banks (20 punti), Moraschini e Chappell (18) protagonis­ti, salvo poi rischiare di regalare alla squadra di Pozzecco la possibilit­à dell’impresa: il tiro di Smith è morto sul ferro, 8786 per Brindisi.

Una domanda: è normale che una squadra (Bologna) abbia perso realizzand­o 91 punti, e un’altra (Brindisi) abbia vinto con un solo canestro segnato su azione nell’ultimo quarto?

Poco importa. Oggi una squadra tra Cremona e Brindisi, ed è un inedito assoluto, solleverà il trofeo. Tiro a segno o meno, solo gli assenti hanno torto. E qualcuno più degli altri.

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A segno Andrew Crawford della Vanoli a canestro (Ciamillo e Castoria

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