Corriere della Sera

Shiffrin, la regina dello slalom (con fairplay)

Quattro titoli mondiali consecutiv­i, rimonta Vlhova che l’aveva battuta in gigante

- Flavio Vanetti

AARE Si sentiva soffocare, a causa della bronchite. «Sono stata fortunata. Il coach mi ha detto di concentrar­mi solo sul minuto di quella seconda manche: però a metà pista mi mancava l’ossigeno». Eppure alla fine ha soffocato di nuovo le rivali e in particolar­e Petra Vlhova, che aveva commesso lo sgarro di batterla in gigante. Il sole non tramontava mai sull’impero di Carlo V, però non cala nemmeno su quello di Mikaela Shiffrin nello slalom. Mikaela tra i rapid gates è imbattuta ai Mondiali da quando li frequenta: ovvero dal 2013. Sono quattro i titoli consecutiv­i nella specialità, ma gli ori iridati diventano 5 (a Aare aveva sconfitto Sofia Goggia nel superg) e le medaglie totali salgono a sette, consideran­do l’argento in gigante del 2017 e il bronzo vinto in Svezia sempre tra le porte larghe. Dominio L’americana Mikaela Shiffrin in carriera ha vinto cinque medaglie d’oro ai Mondiali (7 medaglie in tutto), di cui 4 nello slalom (Epa)

La nuova Wonder Woman al giro di boa non era davanti: prima c’erano la svizzera Wendy Holdener e la svedese Anna Swenn Larsson. C’era poi una pista-trappola, scivolosa, trattata con il sale. Ma Miki era arrabbiata per la sconfitta di giovedì ad opera di Petra Vlhova e di Veronika Rebensburg. Così ha dato un segnale: in slalom comanda sempre lei. Detto e fatto: seconda manche pazzesca e medaglia d’oro — la seconda a Aare, il terzo podio con il bronzo del gigante — conquistat­a lasciando la Swenn Larsson al posto d’onore e la Vlhova al terzo. La Holdener ha completato l’opera a favore dell’americana, commettend­o un erroraccio fatale.

Mikaela e Petra a fine gara si sono abbracciat­e. È stata una medaglia in più per entrambe: avversarie sì, ma nel segno del rispetto. Viene in mente il modo in cui Hirscher ha ignorato Kristoffer­sen che l’aveva sconfitto in gigante: fair play a carte e quarantott­o, le due ragazze hanno dato una lezione all’arrogante Re Marcello. Petra, tra l’altro, è stata tutt’altro che remissiva: prima manche in sordina, seconda da urlo anche se la Swenn Larsson le è rimasta davanti e la Shiffrin ha piazzato un capolavoro. «Però sono orgogliosa di aver vinto la mia terza medaglia in una giornata difficile» dice l’allieva di Livio Magoni, l’italiano ripudiato dall’italia. La battuta si lega al bilancio azzurro di giornata, molto negativo: ventesima Chiara Costazza con scarti «turistici», mentre Irene Curtoni s’è incartata nella prima manche e Lara Della Mea, ventenne «deb», è saltata nella seconda pur dimostrand­o di avere stoffa. Oggi epilogo con lo slalom maschile, nel quale l’italia non si illude. L’austria a zero ori si aggrappa di nuovo a Hirscher e al suo tentativo di uguagliare i sette titoli di Toni Sailer, top winner di ogni epoca dei Mondiali. Ma la concorrenz­a è vasta: Re Marcello sta antipatico e fargli lo scalpo è un piacere.

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