«VECCHI SBAGLIATI» SI DIVENTA DA GIOVANI
Secondo l’annuario statistico italiano 2018 la speranza di vita alla nascita è di 82,8 anni e l’attesa di vita in buona salute di 69,6 anni. A 65 anni la speranza di vita è ancora di 20 anni, ma di questi solo circa un terzo sono vissuti senza limitazioni funzionali, due in meno rispetto alla media europea. Sono più svantaggiate le donne e i residenti nel Sud del Paese. Oggi prevalgono le malattie croniche dovute in gran parte alle abitudini di vita e all’ambiente, come le patologie cardiocircolatorie, i tumori, il diabete, l’insufficienza respiratoria. Sono responsabili del 70% dei decessi nel mondo e la loro prevenzione è uno degli obiettivi sull’agenda 2015-2030 dell’onu. In Italia 1 adulto su 3 è sovrappeso, 1 su 10 obeso e il 20% della popolazione sopra i 14 anni fuma. Secondo l’oms il calo del peso, l’astensione dal fumo di tabacco e l’esercizio fisico sono quanto di meglio si possa fare per migliorare la salute. Nel 2016 il Ministero della salute ha pubblicato il Piano nazionale della cronicità, presentato come «sfida di sistema», che prevede la transizione dalla cura al farsi carico dell’anziano, dalla medicina emergenziale, tarata sulla malattia acuta e ospedalocentrica, alla medicina diffusa sul territorio, proattiva e continuativa lungo tutto l’arco della vita. Non c’è la vecchiaia, ci sono i vecchi, ma vecchi «sbagliati» si diventa da bambini. In Italia le persone affette da patologia cronica, in gran parte anziane, sono il 30-40% della popolazione assistita e i costi sanitari correlati rappresentano circa il 70-80% della spesa sanitaria pubblica. In un periodo in cui assistiamo al progressivo aumento della vita media e a una riduzione delle risorse destinate al sistema sanitario è utile ricordare che 1 dollaro impegnato nella prevenzione produce un risparmio di 6 dollari nella cura. L’istat parla anche di «cronici in buona salute»: il 25% degli uomini e il 18% delle donne sopra i 75 anni, pur essendo portatori di almeno una malattia cronica, hanno risposto «bene» o «molto bene» alla domanda «Come va in generale la sua salute?» Per l’anziano la salute non è la semplice assenza della malattia o dell’infermità ovvero «uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale», come recita la definizione del 1948 dell’oms. «In verità non è possibile misurare la salute – ha scritto Hans-georg Gadamer – perché essa rappresenta uno stato di intrinseca adeguatezza e di accordo con se stessi», che si può perseguire anche in presenza di polipatologia.