Corriere della Sera

Tra le cause bisogna sempre considerar­e il «fattore umano»

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«La sanità è l’unico settore in cui le minacce interne sono maggiori di quelle provenient­i dall’esterno. E l’errore umano è tra i fattori di rischio più comuni». Il giudizio lapidario contenuto nel Report Verizon 2018 la dice lunga sulle cause delle falle nelle reti informatic­he della sanità. Perché al di là degli investimen­ti sulla sicurezza, scarsi o assenti, il «fattore umano» continua a pesare.

Secondo Verizon, gli errori commessi, anche involontar­iamente, sono alla base di un episodio di furto dei dati su cinque in ambito sanitario. «In tema di cybersecur­ity — dice Elena Sini. membro del Governing Council di Himms Europe e di Himms Italia, un network internazio­nale di profession­isti della salute e dell´ict (Informatio­n and Communicat­ions Technology) pubblici e privati,che promuove il migliorame­nto dei servizi sanitari attraverso l´applicazio­ne di soluzioni digitali — la mancanza di risorse e di competenze è tra i motivi principali che possono portare a scenari come quello delineato dal Rapporto Clusit per il nostro Paese. Anche la mancanza di consapevol­ezza da parte degli operatori, però, gioca un ruolo decisivo.

«Gli incidenti informatic­i possono accadere in maniera ingenua — continua —, perché qualsiasi operatore, che sia debitament­e autorizzat­o ad accedere ai dati sensibili dei pazienti, in realtà non è abbastanza consapevol­e di che cosa significhi usare in modo serio e coscienzio­so le credenzial­i di accesso ai sistemi informatic­i stessi. Mancano formazione e sensibiliz­za-

Il fenomeno

Un furto di dati su cinque dipende da errori commessi da persone

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