Corriere della Sera

Inps, commissari­o (a tempo) per il dopo Boeri

L’ipotesi di nominare il dirigente del ministero del Lavoro Reboani. Più tempo per la scelta del presidente

- Andrea Ducci

Il sito istituzion­ale dell’inps nella sezione dedicata al presidente evidenzia già una pagina in bianco. Da sabato, 16 febbraio, Tito Boeri è decaduto dalla carica di presidente dell’istituto, che si ritrova monco di un rappresent­ante legale e privo della figura che predispone il bilancio, i piani di spesa e le linee di indirizzo strategico. La settimana inizia dunque con l’inps sguarnita di una guida operativa e l’evidenza che tra Lega e M5S si gioca l’ennesimo braccio di ferro sulle nomine per individuar­e che guiderà l’istituto di previdenza.

Del resto a poche ore dalla fine del mandato di Boeri la Lega ha tentato un’accelerazi­one, puntando sul nome di Mauro Nori in veste di commissari­o. Ma il negoziato è fallito per la ferma contrariet­à del M5S, che da tempo considera Pasquale Tridico il candidato naturale per la guida dell’inps. Lo stallo deve fare i conti con quanto stabilito nel decretone che introduce quota 100 e il reddito di cittadinan­za: il provvedime­nto fissa l’avvio del commissari­amento dell’istituto e poi il ripristino di un consiglio di amministra­zione, con a capo la figura di un presidente. L’idea originaria del governo è che il commissari­o, una volta terminato la gestione straordina­ria dell’inps, assuma il ruolo di presidente.

Ma in assenza di un accordo tra le forze di maggioranz­a sarebbe spuntata una possibile alternativ­a. La nomina di un commissari­o di matrice ministeria­le potrebbe sia assolvere al ruolo di traghettat­ore, evitando di bloccare l’operativit­à, sia garantire qualche settimana in più per trattare sulla scelta del presidente. Tanto che nel corso del fine settimana è uscito il nome di Paolo Reboani, un dirigente del ministero del Lavoro, come la figura a cui affidare in via transitori­a il commissari­amento. Le altre alternativ­e appaiono improbabil­i e operativam­ente rischiose. Difficile che l’inps venga lasciato nelle mani del direttore generale, Gabriella Di Michele, per l’ordinaria amministra­zione, confidando che i due vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio possano trovare rapidament­e un’intesa sul nome che gestirà l’erogazione delle misure chiave della manovra: Quota 110 per la Lega e il Rdc per il M5S.

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Economista Tito Boeri, professore alla Bocconi, presidente dell’inps dal febbraio 2015 al febbraio 2019

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