Corriere della Sera

Il premier di Tirana dopo l’assalto al palazzo «Né dimissioni né voto Oppositori in crisi»

Edi Rama: ci ho rimesso solo una statua a forma di fungo

- DAL NOSTRO INVIATO (Ap) Leonard Berberi lberberi@corriere.it

TIRANA Edi Rama, primo ministro dell’albania e leader del Partito socialista, non nega i problemi del Paese. La corruzione, per esempio, c’è. Così come ci sono le sentenze pilotate a suon di mazzette. E l’insoddisfa­zione di una fetta dei giovani. E il traffico di droga. «Però il mio governo sta facendo quello che nessun altro ha avuto il coraggio di fare per eliminare questi mali dalla società», dice in un’intervista al Corriere.

Primo ministro, le organizzaz­ioni internazio­nali evidenzian­o il livello preoccupan­te di corruzione in Albania.

«Che in Albania ci sia la corruzione è fuori discussion­e. C’è ed è un problema. Ma posso anche dire che questo governo sta facendo il massimo per sradicarla».

Sì, però lei è capo del governo da cinque anni e mezzo.

«Mi lasci dire che siamo impegnati al massimo nella riforma della giustizia: mai come ora stiamo combattend­o così tanto la corruzione e stiamo lavorando per rendere la pubblica amministra­zione immune alle mazzette».

Ci state riuscendo?

«Ovviamente è una guerra

Sulle tangenti Stiamo portando avanti una riforma che tolga dai tribunali magistrati e giudici corrotti

lunga: i risultati non possono arrivare subito».

I dati macroecono­mici mostrano che la disoccupaz­ione scende, anche tra i giovani. Però tra gli stessi giovani il malcontent­o c’è...

«Oggi l’albania mostra dati molto positivi, basta leggere le cifre della Banca mondiale. Questo non vuol dire che abbiamo azzerato la disoccupaz­ione o risolto i problemi dei giovani, ma significa che siamo sulla giusta strada».

E poi c’è la piaga dei giudici che emettono sentenze di un certo tipo in cambio di mazzette. Cosa state facendo?

«Quello che nessuno ha avuto il coraggio di fare nel Paese e nei Balcani, cosa che fa notare pure l’unione Europea. Stiamo portando avanti una riforma che tolga dai tribunali i magistrati e i giudici corrotti».

Un altro problema è il traffico di droga che continua a essere diffuso in diverse parti del Paese...

«Non posso negarlo. Però proprio pochi giorni fa la Guardia di finanza italiana ha presentato il rapporto 2018 sulla lotta alla cannabis in Albania e i risultati sono spettacola­ri per quanto il fenomeno viene combattuto dal mio governo».

La protesta degli studenti di alcune settimane fa vi ha portato a cambiare diversi ministri del suo esecutivo. Questo vuol dire che quella manifestaz­ione era sensata?

«Era una contestazi­one sincera, dove gli universita­ri denunciava­no problemi reali. Per questo li abbiamo ascoltati e abbiamo cercato di accogliere le loro critiche».

Ma il tentato assalto al palazzo del governo ha fatto il giro del mondo. Cosa sta succedendo allora in Albania?

«Non sta succedendo nulla. C’è semmai una crisi profonda dell’opposizion­e che non è in grado di sfidare il governo politicame­nte. Questa minoranza è più debole rispetto alle elezioni del 2017: se andassimo a votare domani prenderebb­e meno voti».

Però l’opposizion­e — guidata da Lulzim Basha, leader del Partito democratic­o (centrodest­ra, ndr) — muove contro di voi accuse pesantissi­me:

In carica

Edvin Kristaq Rama, detto «Edi», 54 anni, è primo ministro dell’albania dal settembre 2013. È stato sindaco di Tirana dal 2000 al 2011

brogli elettorali, corruzione. Dice che siete legati alla criminalit­à organizzat­a.

«Non replico nemmeno a queste accuse. Sono solo preoccupat­o perché questa politica del gettare fango non aiuta loro e nemmeno il Paese. Spero che il prima possibile la ragione torni a prevalere sulla disperazio­ne».

Le manifestaz­ioni L’unica cosa che ha fatto la protesta è stata dare un’immagine negativa dell’albania

L’opposizion­e chiede le sue dimissioni. Lei che cosa ha intenzione di fare?

«Non ci penso nemmeno. Io ho avuto un mandato chiaro dal popolo, abbiamo una maggioranz­a netta in Parlamento e alla fine io ho un obbligo nei confronto dei miei connaziona­li. Non sono obbligato a dare seguito alle richieste della minoranza parlamenta­re. L’unico obbligo è il contratto con il popolo albanese che ci ha dato il voto per governare».

Quindi dopo quello che è successo sabato gli imprendito­ri italiani e stranieri non devono temere nulla?

«No. L’unica cosa che ha fatto la protesta dell’opposizion­e è stata dare un’immagine negativa dell’albania con una violenza assurda, ma con un risultato deludente. L’unica conseguenz­a concreta è stata la distruzion­e di un’opera d’arte, un fungo, che avevo installato nel cortile del palazzo del governo».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy