Trump alla Ue: riprendetevi 800 jihadisti
L’ultimatum Usa prima del ritiro: «I foreign fighters catturati vanno processati o saranno liberati»
WASHINGTON «Gli Stati Uniti stanno chiedendo a Gran Bretagna, Francia, Germania e ad altri alleati europei di prendersi indietro più di 800 combattenti dell’isis che abbiamo catturato in Siria e processato». La Casa Bianca aveva preannunciato una dichiarazione importante del presidente sulla Siria. Invece alle 22,51 di sabato 16 febbraio, Donald Trump preferisce un paio di tweet, dopo aver cenato nel suo resort di Mar-a-lago con la portavoce Sarah Sanders e il ministro del commercio con l’estero Wilbur Ross.
La sostanza, comunque, è questa: o gli europei accettano di rimpatriare i loro concittadini che sono diventati foreign fighters al servizio dello Stato islamico, oppure, scrive Trump, «l’alternativa non è buona perché noi saremmo costretti a rilasciarli». E ancora: «gli Stati Uniti non vogliono vedere questi combattenti dell’isis spargersi per l’europa. Noi abbiamo fatto così tanto e speso così tanto. E’ il momento che intervengano gli altri e facciano il lavoro che sono così capaci di fare. Noi ci ritiriamo dopo la vittoria al 100% sul Califfato».
Molto probabilmente l’uscita di Trump non era stata concordata con i consiglieri più stretti. Non risulta, tra l’altro, che il tema sia stato sollevato dalla delegazione americana, guidata dal vice presidente Mike Pence e dal Segretario di Stato Mike Pompeo, nell’incontro sul Medio Oriente a Varsavia, il 14 febbraio, e poi, il giorno successivo, nella conferenza sulla sicurezza a Monaco.
I «jihadisti europei» non sono, in realtà, nelle mani degli americani. Si trovano, invece, nelle prigioni delle «Forze democratiche siriane», la coalizione militare tra i sunniti e i curdi. Proprio l’amministrazione provvisoria curda ha tentato più volte di rimandarli indietro in Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Irlanda e Canada.
Ora interviene Trump e, a giudicare dalle prime riluttanti reazioni, questo problema alimenterà altre tensioni tra Usa ed Europa. Il ministro dell’interno francese Laurent Nunez osserva: «abbiamo piena fiducia nella capacità dei curdi di processare i combattenti». Berlino fa sapere che «in via di principio tutti i cittadini tedeschi hanno il diritto di rientrare in Patria, ma in Siria non possiamo garantire
Campi e prigioni
I miliziani europei sono nelle mani dei curdi che hanno tentato più volte di rimandarli indietro
le nostre funzioni legali e consolari». Da Londra, invece, il ministro della Cultura Jeremy Wright apre: «siamo obbligati a riprenderceli».