Micalizzi in Italia, ferito e sorridente Agli amici: potevate vestirvi meglio
Il rientro a Milano del fotoreporter colpito in Siria. I medici prudenti: lesioni serie
«Almeno potevi vestirti bene!». La prova che Gabriele Micalizzi ci vede è in una battuta, quando alle 18,54 atterra a Linate. Scende con le sue gambe dal Falcon dell’aeronautica militare. Abbraccia sulla pista la sua Ester - che ha lasciato nella casa piacentina le due bimbe, troppo piccole perché vedano il papà così ferito -, poi il reporter Fausto Biloslavo che stava con lui in Siria e Arianna Arcara, altra fotografa. Quindi tocca ad Alessandro Sala, il socio del collettivo Cesura Lab, un’occhiata veloce nonostante la vista sia ancora offuscata e i segni delle schegge di Barghouz Tathamy da suturare: «Ma dai - lo sfotte -, almeno potevi vestirti bene...».
Sei ore di volo Bagdad-milano, sempre sveglio e chiacchierone: appena imbarcato sull’aereo, il fotoreporter ha alzato un braccio in segno di vittoria, «ce l’ho fatta!», e ringraziato chi in sette giorni s’è dato da fare per lui. E’ malconcio, ma sa bene che laggiù ha lasciato chi sta peggio: a Barghouz sono ancora intrappolati i mille civili che Gabriele voleva fotografare prima d’essere colpito dalla granata, gli scudi umani dell’isis, gli ultimi ostaggi d’una guerra al Califfato durata cinque anni e ormai ridotta a quel piccolo fazzoletto d’un chilometro Reporter Gabriele Micalizzi, 35 anni, ferito l’11 febbraio in Siria. Ha due bambine piccole quadrato di Siria. «Micalizzi ha lesioni molto serie e serve prudenza», dicono fonti mediche, ma non è un paziente gravissimo: l’esplosione ne ha compromesso i timpani e l’udito («un trauma tipico dei subacquei», spiega un dottore), ha una brutta frattura al braccio e problemi di recupero di una mano. E poi l’occhio sinistro, quello che ha rischiato di perdere: trasportato in ambulanza al San Raffaele, chirurgia d’urgenza, un altro abbraccio a mamma e sorella, il fotografo è stato sottoposto ai primi esami. Dall’ospedale iracheno, gli americani hanno inviato la cartella clinica e spiegato gli interventi di pulizia dei frammenti al bulbo oculare: questa mattina l’équipe del professor Alberto Zangrillo - che ha mandato un medico sul volo, perché rientrasse assieme a Micalizzi avrà un consulto approfondito con gli oculisti e col chirurgo Massimo Del Bene, famoso per aver eseguito a Monza il primo doppio trapianto di mani. Gabriele ha perso due falangi, una è quella dell’indice destro che gli è sempre servita per i clic delle sue foto. «Non c’è problema», ha tranquillizzato lui: «Anche senza indice,mi arrangerò lo stesso».
Come fare clic «Ragazzi non c’è problema, anche senza l’indice, in qualche modo mi arrangerò»