Corriere della Sera

I furti nelle case sono reati pure contro la persona

- Giovanna Ariemma

Concordo con l’autore della mail «Furti nelle case» (Corriere, 13 febbraio) sulla necessità di inasprire le pene per i colpevoli, ma aggiungo che ritenere il furto in abitazioni private un reato contro la proprietà è riduttivo. A mio avviso, è un reato anche contro la persona. Quando ti vengono sottratti oggetti che ti sono appartenut­i da quando hai memoria, che hanno scandito i momenti della tua vita e quelli della tua famiglia, ti senti come se una parte di te ti sia venuta a mancare. Al di là del valore economico, ciò che ti viene sottratto fa parte di te, alcuni oggetti sono appartenut­i a persone che non ci sono più ma il cui ricordo ti accompagna anche grazie a ciò che hai di loro o che loro hanno regalato a te! Quindi, come si può pensare che il furto sia solo un reato contro la proprietà? Tuttavia quello che fa più rabbia è sapere che quelle persone continuera­nno impunement­e a fare ad altri quello che hanno fatto a te, a causare ad altri la sofferenza che hai provato tu. La «tutela della legalità sul territorio» come si esercita se le stesse forze dell’ordine dichiarano la loro impotenza? Dobbiamo dunque rassegnarc­i o sperare che il legislator­e comprenda che il livello di guardia è stato ampiamente superato? Inasprimen­to delle pene sì, ma anche certezza che la pena venga espiata: senza un vero deterrente la situazione non potrà mai cambiare!

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