La narrativa che viene dal freddo Voci del Nord su «la Lettura»
Sei pagine nel numero in edicola fino a sabato 23. E il festival «I Boreali» da giovedì 21 a Milano
Dieci, cento, mille Nord. Giovedì 21 al Teatro Franco Parenti di Milano inaugura la quinta edizione de I Boreali. Nordic Festival. Organizzato dalla casa editrice Iperborea, la rassegna è un viaggio di quattro giorni (fino a domenica 24) alla scoperta delle letterature nordiche; ma anche del cinema, della musica e del cibo, della cultura del Nord Europa a tutto tondo.
Il nuovo numero de «la Lettura», il #377 in edicola fino a sabato 23, dedica sei pagine alla rassegna. Alessandra Iadicicco s’interroga su dove stia andando la narrativa che viene dal freddo; Cristina Taglietti intervista lo scrittore svedese Björn Larsson — autore de La vera storia del pirata Long John Silver e in uscita per Iperborea (editore dei suoi libri in Italia) con La lettera di Gertrud — che ben conosce l’italia e apre la rassegna. Ci sono poi le «Cartoline dall’ultimo Nord», brevi testi dedicati alle isole islandesi Vestmann firmati da Leonardo Piccione, il primo italiano pubblicato da Iperborea; il giallo del norvegese Gert Nygårdshaug, L’amuleto (Sem), raccontato da Vanni Santoni; e un’altra ospite de I Boreali, l’antropologa Erika Fatland, classe 1983 pure lei norvegese, autrice di Sovietistan (viaggio nelle periferie dell’ex Urss edito da Marsilio) che firma un reportage dal Caucaso.
Nel nuovo numero del supplemento, diversi sono i contributi degli scrittori. Teresa Ciabatti racconta, con delicatezza e sensibilità, il suo incontro con le ragazzine (ma anche ragazzini) che vivono nella «casa delle bambine che non mangiano», come viene chiamato il Centro per i disturbi del comportamento alimentare Palazzo Francisci di Todi (in Umbria), l’unica residenza pubblica italiana che accoglie anche pazienti sotto i 14 anni. Le ospiti hanno tra i 10 e i 29 anni; arrivano a pesare meno di 40 chili. Sono bambine, oppure rimpiangono di non esserlo più; tra le stanze personalizzate risuona una frase: «Vietato avere diciott’anni».
Nella sezione Libri, Alessandro Piperno analizza Verso un sicuro approdo (Bompiani) dell’americano Wallace Stegner, un romanzo di fallimenti che trasuda felicità, e afferma: «Sebbene abbia ritegno a usare certe parole in pubblico, non stento a definirlo un capolavoro». Paolo Giordano ripercorre la vicenda di un romanzo che viene dal passato, Il viaggiatore (Rizzoli), scritto da un giovane ebreo, Ulrich Alexander Boschwitz, nel 1938 quando aveva 23 anni (ne aveva 27 quando morì nell’atlantico mentre, esule, cercava di tornare in Europa). Il libro è stato pubblicato solo ora dopo che è rimasto chiuso per 80 anni negli archivi della Biblioteca Nazionale di Francoforte.
E ad altri due scrittori, tra i 27 coinvolti (uno per ogni Paese dell’ue) nel progetto «Le parole dell’europa», è affidata la nuova tappa del viaggio che proseguirà fino al voto di fine maggio per il rinnovo del Parlamento europeo. Nell’inserto in edicola tocca al bulgaro Georgi Gospodinov e al portoghese Pedro Chagas Freitas scegliere una parola-chiave, rappresentativa della loro nazione e dell’essere europei. Entrambi propongono un termine che, in modo diverso, indica la «malinconia». Per Gospodinov, che spiega come dal 2010 la sua Bulgaria sia il Paese «più triste del mondo», è tagà («malinconia», appunto). Per Chagas Freitas è la saudade portoghese: luminosa e felice.
La malinconia ritorna anche nelle canzoni più ascoltate in oltre 60 anni negli Usa: è quanto emerge da uno studio dell’università di Detroit analizzato dagli articoli di Michele Primi ed Elena Rinaldi. «La Lettura» guarda anche alla notte degli Oscar (tra il 24 e il 25 febbraio), con la visual data che riunisce tutti i film premiati per la miglior sceneggiatura (originale e no) accompagnata da un testo di Alice Rohrwacher. Mentre i testi di Giovanni Brizzi e Giulia Ziino ricordano i 2.200 anni dalla fondazione di Aquileia (181 a.c.) che rivive in mostre, eventi e progetti in 3D.