Corriere della Sera

A - 13 dalla Juve arrivano i fischi

Ancelotti non risolve il mal di gol con 18 tiri

- DAL NOSTRO INVIATO 1 0 Giampiero Timossi

Ci vorrebbe qualcosa di caldo. A meno 13 punti dalla Juve capolista, con la botta dell’eliminazio­ne in Coppa Italia ancora da assorbire, al Napoli non basta uno 0-0 contro il Torino per scaldare gli animi, spegnere i fischi con un sorriso.

La bella vittoria in Europa League, a Zurigo, ora sembra solo un «cordiale»: toglie il primo freddo, ma l’effetto passa in fretta. Diverso l’effetto che il pareggio fa al Torino: nel morale e anche nella classifica. I granata stanno in «barricata» e al 90’ fanno pure venire i brividi ai tifosi napoletani, con un contropied­e di Aina fermato da Allan. E poi con Belotti che costringe Malcuit al fallo: la Var evita ad Allan un’espulsione ingiusta, l’arbitro Fabbri si corregge in tempo dopo aver già estratto il cartellino rosso.

Nel posticipo della domenica sera, contro il Torino, l’occhio gettato sugli spalti del San Paolo racconta di circa venticinqu­emila spettatori, meno della metà di quelli che può contenere, in uno stadio che in questa stagione è stato riempito soltanto per la notte di Champions, contro il Psg.

Carlo Ancelotti, bravo ed esperto allenatore nel Napoli, avverte l’aria pungente. Sceglie Ospina tra i pali e Fabian Ruiz a centrocamp­o, niente Meret e Diawara: un modo per tenere tutti sulla corda, per dire che questo potrà anche essere un campionato di transizion­e, ma va giocato fino alla fine. Ci vorrebbe qualcosa di caldo e allora Walter Mazzarri partite di fila senza vittorie: è la prima volta per il Napoli sotto la guida di Carlo Ancelotti.•era da febbraio 2013 che il Napoli non faceva due 0-0 di fila in serie A decide di schierare un Toro decisament­e «coperto». In attacco solo Belotti, alle sue spalle Berenguer, con Falque e Zaza in panchina. Il Napoli arrota la manovra, affila la lama, ma non affonda. Sembra di rivedere la sfida appena pareggiata a Firenze.

Il primo tempo è fisico, più polpaccio che polacco: il Napoli corre molto, crea altrettant­o, ma davanti Milik non pare implacabil­e quanto il connaziona­le Piatek, l’uomo del momento. Anche l’altra punta, il capitano Insigne ha buone occasioni: la migliore gli viene offerta da Malcuit, altre se le crea arretrando di qualche metro il suo raggio d’azione. Lui sì, parte caldo: perché le qualità del giocatore sono note, ma una notte così

Empoli Sassuolo

(Afp)

Sirigu in forma

Gli uomini di Mazzarri non commettono errori, Sirigu è il migliore in campo

gli regala anche qualche motivazion­e in più: è la «prima» da capitano, al San Paolo, dopo il volo in Cina di Hamsik. E Insigne la gioca affrontand­o Mazzarri, l’allenatore che lo ha fatto esordire in serie A il 24 gennaio 2010, Livorno-napoli 0-2. Lo stesso tecnico che ha visto il neo capitano segnare il suo primo gol in Champions League. Notti calde, quelle.

Non come ieri sera, quando anche un palo ferma la voglia di esultare di Insigne: 16’ alla fine, grande giocata sulla sinistra, pallone calciato per andare a girare sul palo più lontano. Stavolta Sirigu non ci potrebbe arrivare, ma il palo c’è. Certe notti finisce così, anche quando spari 18 tiri.

Il Toro fa la sua partita e non commette mezzo errore. Sirigu è il migliore, i compagni della difesa lo seguono a ruota. Mazzarri voleva almeno un punto, lo ottiene, come un anno fa. Le sconfitte di Lazio, Atalanta e Sampdoria avvicinano i granata all’eurozona, ottavo posto, insieme alla Fiorentina. Aspettando sabato i bergamasch­i di Gasperini (ora avanti di tre punti), allo stadio Grande Torino. Al San Paolo finisce 0-0. Qualche fischio e qualcosa di simile a un tè caldo negli spogliatoi.

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