Corriere della Sera

Ronaldo è pronto alle notti d’europa

In Champions è arrivato il momento dei bianconeri che puntano tutto su CR7

- Paolo Tomaselli

È difficile pensare a un luogo più evocativo di Madrid. E a un avversario più iconico dell’atletico. Il momento di Ronaldo è arrivato e tutto quello che c’è stato fino adesso — 21 gol, 11 assist, una espulsione, una quantità industrial­e di tiri in porta — sono importanti per la Juventus, come è giusto che sia. Ma potrebbero anche diventare il semplice ornamento di qualcosa di più grande, perché Cristiano è sbarcato sul pianeta bianconero per renderlo più ricco, patinato e famoso, certo. Però tutto passa attraverso partite come quella di mercoledì sera al Wanda Metropolit­ano, dove inizia il cammino della Juventus sul filo sottile che da alcuni anni la accompagna in Europa: quello tra sogno e ossessione. Con una tendenza sempre più spiccata alla seconda. Anche per questo non sfruttare fin da subito l’effetto Ronaldo è impensabil­e. Perché potrebbe avere contraccol­pi psicologic­i, ambientali e anche economici difficili da gestire.

Cristiano è l’uomo che con il suo rigore al 93’ al Bernabeu e con la magnifica rovesciata nella gara di andata, ha cacciato fuori la squadra di Allegri dall’ultima Champions ai quarti di finale, in una delle partite più belle giocate da una squadra italiana nel tempio del calcio spagnolo. Uno così, che resta glaciale quando i palloni sembrano pesare il doppio, adesso la Juve ce l’ha dalla sua parte. E non è un dettaglio, perché Cristiano ha segnato 121 gol nel torneo e di questi ben 57 nelle sfide da dentro o fuori.

Sembra l’ennesima perla nella collana di record del portoghese, ma è sicurament­e quella più importante per Allegri: un conto è affidarsi a Higuain che, quando il gioco si fa duro in Europa, si è quasi sempre eclissato. Un conto è sapere di poter contare su un giocatore in grado di far crescere tutta la squadra, già con il semplice fatto di esserci. Una sensazione che influisce

Implacabil­e

Con il Real ha segnato ai rivali 22 gol in 31 partite: Allegri spera che la serie continui

Leader Un’esultanza di Cristiano Ronaldo, finora 21 gol e 11 assist con la maglia della Juventus (Getty Images) anche sul gioco e sul risultato e che la Juve ha percepito forte e chiara in campo nella vittoria a Old Trafford, contro lo United di Mourinho a fine ottobre. Ma che va gestita con maturità (vedi il ritorno contro lo stesso Manchester, che ha rimontato due gol nel finale): il rischio di pensare che Ronaldo basti e avanzi per vincere certe partite a volte può anche essere inconscio e rivelarsi controprod­ucente.

Affrontare come primo ostacolo una squadra che ha sofferto CR7 più di qualsiasi altra potrebbe rappresent­are un bel vantaggio per iniziare quel percorso circolare che si potrebbe chiudere al Metropolit­ano, l’1 giugno per la finale: Cristiano ha segnato 22 gol in 31 partite all’atletico, ben 10 dei quali tra il Calderon e il Metropolit­ano, confeziona­ndo anche 8 assist. Contro i colchonero­s (i materassai) CR7 ha vinto due finali di Champions, mettendo dentro anche il rigore decisivo in quella di San Siro. E nell’ultima sfida europea, la semifinale del 2017, ha fatto addirittur­a una tripletta. L’incubo per l’atletico si concretizz­erà anche senza la maglietta del Real?

Nel dubbio, Simeone e i suoi possono studiare un’altra statistica che ovviamente conoscono bene: Cristiano contro di loro è stato espulso una volta, in finale di Coppa del Re, prendendos­i ben 11 ammonizion­i: il nervosismo insomma potrebbe anche rivelarsi un fattore, soprattutt­o se l’atletico, che sembra in difficoltà, punterà sullo scontro di nervi e di tacchetti. Ma Ronaldo sa molto bene quello che lo aspetta. E come dribblarlo.

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