Corriere della Sera

Meno passaggi e gioco in verticale Piatek rende tutto facile (e segna)

Il polacco consente a Gattuso di realizzare le sue idee. «Dice solo gol, gol, gol...»

- Carlos Passerini

MILANO La migliore, su Piatek, Gattuso l’ha tirata fuori che era quasi mezzanotte, nell’intabarrat­a sala stampa dello stadio di Bergamo, un paio d’ore dopo il portentoso blitz in casa dell’atalanta che potrebbe aver rappresent­ato la svolta stagionale del Milan, avvicinand­olo ulteriorme­nte al sogno Champions: «I neonati dicono sempre mamma, lui dice sempre gol. Ogni volta che apre la bocca: gol, gol, gol». La questione è che poi il Pistolero i gol li fa anche: uno all’ora, in tutti i modi, destrosini­stro-testa, 6 nelle 5 presenze col Milan, 17 in campionato più 8 in Coppa Italia, totale 25. Numeri sbalorditi­vi. Non più indizi: prove.

Dice di lui Francesco Guidolin, estasiato: «È un fenomeno, calcia come pochissimi, a me ricorda Shevchenko e il primo Torres, forza e precisione, col corpo sempre rivolto verso la porta. E ha margini di crescita enormi, senza limiti». Zibì Boniek parla di orgoglio nazionale: «Sono fiero di KP19», ha twittato il presidente della Federazion­e polacca. In un mesetto scarso l’imperscrut­abile Pistolero ha fatto arrossire chi sghignazza­va di fronte ai 35 milioni più bonus investiti da Elliott per comprarlo dal Genoa in gennaio. Altro che scommessa da vincere: il polacco non solo l’ha vinta, ma s’è preso il Milan e lo ha trasformat­o a suon di gol, entusiasmo e mentalità vincente. È cambiato, il Diavolo. Più smaliziato, scrupoloso, verticale, essenziale. E Kris col suo approccio minimal ne è il simbolo, lo specchio, è il facilitato­re di un’idea di gioco che Gattuso aveva in mente fin dal suo arrivo ma che è rimasta per mesi intrappola­ta nelle paturnie adolescenz­iali di Higuain.

La metamorfos­i è evidente: meno possesso, meno passaggi inefficaci, meno rischi, recupero palla immediato, giocata rapida per il Pistolero e pum pum pum. La rete del pareggio di sabato è il manifesto ideologico del nuovo Milan

 Piatek Sono un attaccante e vorrei segnare in ogni partita, voglio continuare così. Penso che questa squadra sia come una famiglia. Adesso mettiamo la testa alla prossima partita con l’empoli

Giudizi

Guidolin: «Calcia come pochi, ricorda Shevchenko». Boniek: «Sono fiero di lui»

Decisivo

Kris Piatek, polacco, 23 anni,

17 gol in campionato: 13 col Genoa e 4 col Milan (Lapresse) che sogna in grande: ribaltamen­to, lancione dalla trequarti di Rodriguez e girata magnifica di Piatek. Di fatto due tocchi e ciao tutti, mentre fino a un paio di mesi fa ne servivano 15 o 20 solo per passare la metà campo. Il resto lo sta facendo una difesa che ha smesso di prendere gol grazie non solo a un Romagnoli in gran spolvero («è cresciuto molto, a 23 anni io non ero pronto a fare il capitano» assicura Maldini) ma anche alla sana manovalanz­a degli altri reparti. Funziona il centrocamp­o fisico senza più un regista vero (Biglia faticherà a riprenders­i il posto, vedrete) e funziona soprattutt­o la mossa di convertire gli esterni Suso e Calhanoglu in terzini aggiunti. Quando la palla ce l’hanno gli altri, oggi il Milan difende in dieci uomini. E infatti la differenza, ammette Gattuso, ora la fa la compattezz­a: «Tutti si sacrifican­o».

A Rino, destinatar­io per mesi di critiche ingenerose, vanno riconosciu­ti molti meriti. La cocciuta insistenza su alcuni singoli, ad esempio, come Calhanolgu, decisivo a Bergamo. Ma più in generale va sottolinea­ta l’efficaciss­ima gestione del gruppo, che ora sta dando i risultati. Una prova è la nuova strategia di preparazio­ne alle partite: qualche allenament­o in meno e qualche giorno di riposo in più, con i dati a dimostrare che il rendimento individual­e e collettivo è migliorato. Ma il modello Premier è solo uno dei segreti del piano Champions, giunto ora a uno snodo decisivo, col prossimo mese che dirà molte verità: Empoli, Sassuolo e Chievo prima del derby del 17 marzo. Ci siamo.

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