Corriere della Sera

«Leclerc, grande potenziale Vettel rischia grosso e lo sa»

Villeneuve: «Sebastian deve essere forte tutta la stagione»

- Daniele Sparisci

Il silenzio è finito, a Barcellona la F1 si rimette in moto. Già archiviati i 100 km del filming day: nel finale Sebastian Vettel ha lasciato il volante a Charles Leclerc per un assaggio a sorpresa della nuova Ferrari SF90. Oggi tocca di nuovo al tedesco guidare nel primo giorno di test. Jacques Villeneuve, iridato con la Williams nel 1997, prevede una stagione di lotta intensa fra la Rossa e la Mercedes. E sarà una stagione intensa anche per lui, perché oltre a commentare le gare su Sky tornerà a correre. In squadra con Fisichella parteciper­à ad alcune prove di endurance del GT italiano su di una Ferrari. In Francia ha dato vita a un programma per lanciare giovani piloti (Feed Racing) e per non farsi mancare niente prenderà parte pure alla serie europea della Nascar che si chiude a Zolder, il circuito dove il papà Gilles è morto nel 1982.

Come mai a 47 anni si rimette il casco?

«La passione c’è sempre stata ma mancava il tempo. È come andare in bici, mi sono bastati 5-6 giri per ritrovare meccanismi». i

Torniamo alla F1, che cosa si aspetta?

«Non lo so, non vedo grandi cambiament­i. I motori sono rimasti gli stessi, ci sono alcune modifiche all’aerodinami­ca, ma non credo tali da stravolger­e gli equilibri». Debutto Charles Leclerc, 21 anni, alla sua prima stagione in Ferrari dopo l’anno in Alfa Romeo Sauber

Però ci sono stati grandi novità dentro la Ferrari.

«Sicurament­e cambierà il modo di lavorare internamen­te. Vedremo. Ma c’è una certa continuità fra il prima e il dopo».

La Mercedes resta favorita?

«Sì, però l’anno scorso la Ferrari era lì. È stata una lotta bilanciata: nella prima metà della stagione era davanti alla Mercedes e poi la Mercedes l’ha superata. Ora bisognerà vedere l’effetto Leclerc sulla squadra».

Che cosa è l’effetto Leclerc?

«Come andrà fra lui e Vettel. Bisognerà vedere che cosa succede se lui dovesse partire subito forte e se questo dovesse creare “casini” con Vettel. Casini involontar­i, naturalmen­te, come con Ricciardo qualche anno fa».

Ricciardo?

«Alla Red Bull (nel 2014 ndr) non era arrivato per fare “casini”, in teoria il favorito era Vettel poi però le cose a livello psicologic­o a volte girano e non sai perché».

Promette bene Charles e ha 21 anni.

«Sì, il potenziale c’è. E poi la Ferrari gli ha assegnato come ingegnere di pista Jock Clear, per lui sarà di grande aiuto».

Lei Clear lo conosce benissimo: era il suo ingegnere ai tempi della Williams iridata e anche dopo alla Bar, che tipo è?

«Sa come lavorare anche psicologic­amente, capisce la testa degli sportivi».

Vettel invece deve ritrovarsi, come?

«Deve essere forte tutta la stagione, dipenderà molto dal confronto con Leclerc. Vettel sa che se le cose non dovessero andare bene, il futuro in Ferrari non sarà più suo ma di Leclerc: la pressione è tutta su di lui. Seb ha tutto da perdere, Di nuovo in pista

A 47 anni torno a correre in Endurance e alla Nascar europea, la passione non è mai sparita e poi è come andare in bici, bastano pochi giri ed è come una volta

Charles nulla».

Ce la farà a reggere questa pressione?

«Sì, è un grande campione e reagirà bene».

E Hamilton?

«Se non si addormenta è incredibil­e, dalla Germania in poi è stato sempre sveglio e non ha sbagliato nulla. Ma il suo compagno non c’era».

La Red Bull dove può arrivare?

«Dipende dalla Honda».

Mick Schumacher è entrato nell’academy della Ferrari. Si sente di più la pressione con un cognome così? Anche per lei non deve essere stato semplice…

«Ma era tutto diverso! Non c’erano queste scuole, non eri così protetto. Ai miei tempi o imparavi in fretta o tornavi a casa con la coda fra le gambe. Epoche imparagona­bili».

Che ne pensa di Mick?

«Non lo conosco, però ho visto che lavora bene e ottiene risultati. È un talento potenziale ed è capace di migliorars­i. E penso che sia abituato a gestire la pressione».

Lei invece correrà a Zolder, che effetto le fa?

«Sembrerà strano, ma sono felicissim­o di andare perché lì si è scritto l’ultimo capitolo della vita di mio padre. C’ero stato da piccolissi­mo, ma non l’anno in cui è morto. E dopo non ci sono mai più tornato. Sì, per me sarà davvero importante correre lì».

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Campione Jacques Villeneuve, campione del mondo di F1 con la Williams nel ‘97 e ora commentato­re

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