La forza di Manuel: «Ora si ricomincia»
Il nuotatore ferito inizia la riabilitazione: questo è il nuovo campo di combattimento
Le sue prime parole sono state «adesso inizia l’allenamento». Manuel Bortuzzo, il nuotatore di 19 anni ferito il 3 febbraio scorso nel quartiere Axa da un colpo di pistola, parla in un video per la prima volta. «Come vedete sto sempre meglio, sono nel mio nuovo campo da combattimento!». Ieri è stato trasferito all’unità spinale del Santa Lucia di Roma, centro specializzato nella riabilitazione.
ROMA «Sono nel mio nuovo campo da combattimento, darò tutto quello che ho per tornare presto da voi». Manuel Bortuzzo gesticola con le mani, forse un po’ intimidito: ma la voce è ferma, il suo sguardo luminoso e determinato.
Non smette di sorprendere per l’incredibile positività il nuotatore trevigiano ferito da un colpo di pistola nel quartiere Axa di Roma il 3 febbraio: ieri ha voluto mostrarsi in video per abbracciare simbolicamente tutti coloro che tifano per lui. L’ambulanza lo ha appena trasferito all’istituto specializzato Santa Lucia, dove inizierà la riabilitazione neuromotoria. Per oltre due settimane ha lottato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Camillo, circondato dalla sua famiglia, dagli amici e da un mare di affetto giunto da ogni parte d’italia. Cappellino in testa, maglietta della Federazione Nuoto, sorriso schivo, Manuel racconta la nuova battaglia che lo attende, quella per rimettersi in piedi, contro tutte le diagnosi, contro poche parole scritte su una cartella clinica che dicono «paralisi».
Poco più di un minuto e venti secondi postati sulla pagina a lui dedicata dalla Fin, «Tutticonmanuel», diventata anche cassa di risonanza per la raccolta fondi promossa in suo favore: tanti i campioni che stanno invitando a donare, da Gregorio Paltrinieri (che si allena proprio con Manuel al Polo di Ostia) ad Alessia Filippi, da Filippo Magnini a Tania Cagnotto. Dai brevi messaggi audio in cui lanciava la sua sfida alla vita dopo il dramma — «tornerò più forte di prima» — a quel sussurro appena riaperti gli occhi, «fatti coraggio mamma», il diciannovenne non ha mai mollato: è sempre stato lui a rassicurare tutti.
«Ciao a tutti ragazzi, come vedete sto sempre meglio. Rimarrò qui per un bel po’, sono contento, sto bene» saluta dal letto il giovane fondista: sarà seguito nella riabilitazione da un’equipe multidisciplinare guidata dal dottor Marco Molinari, che dovrà lavorare sulla lesione midollare causata dal proiettile calibro 38. In carcere, per l’agguato compiuto «per errore», ci sono Daniel Bazzano e Lorenzo Marinelli, pochi anni più di Manuel. Nessuna parola però è rivolta a loro, il nuotatore pensa solo al suo futuro. Il primo pensiero va ai medici e agli infermieri del San Camillo, «persone fantastiche che mi hanno dato una mano non solo fisica, ma soprattutto morale», poi alla squadra della Federazione che ha «contribuito a rendere d
La campagna Aiutiamo Manuel a coronare il suo sogno Partecipate all’iniziativa #tutticonmanuel questo mio percorso migliore». Nonostante la distanza da casa, Treviso, la scelta della famiglia Bortuzzo per la riabilitazione di Manuel è caduta sul Santa Lucia, centro rinomato tra gli sportivi nel campo della neuroscienza. Ma è stata la piscina di 25 metri, ha confessato il papà Franco, a influenzare la decisione, insieme con la vicinanza dei tanti amici di Manuel che, dal giorno della sparatoria, non lo hanno mai lasciato.
Lo sportivo sa che la sfida è tosta, ma è pronto per «il nuovo allenamento». «Darò tutto quello che ho per tornare tra di voi il prima possibile, perché veramente qua ci voglio rimanere poco», riesce a sorridere. Non sbaglia una parola, sguardo fisso in camera, promette di «aggiornare tutti sui social»: in queste settimane la sua pagina Instagram è stata inondata di messaggi, dalle piscine di mezza Italia, ogni sportivo gli ha dedicato un pensiero, un abbraccio, una «M» disegnata sulle braccia. E lui ringrazia commosso «per il supporto che mi state dando, io leggo tutto — avverte ridendo, e si scusa persino — anche se non riesco a rispondere a tutti, ogni giorno sono col sorriso stampato in faccia per il supporto che mi date». Solo un arrivederci, «un abbraccio fortissimo a tutti» ripete Manuel, pronto a superare un altro giorno, a prendere un altro respiro, e a combattere.