Corriere della Sera

«I senatori seguano la base Espellere chi non si allinea? Si valuterà nel Movimento»

Fraccaro: ma così non si sminuisce il Parlamento

- di Dino Martirano

«Sì, ho votato. Prima di ROMA tutto sono un attivista, per cui ho votato. È stato un onere e un onore farlo. Ho votato sì all’interesse pubblico e dunque no al processo perché il vicepremie­r Matteo Salvini ha applicato sui migranti la linea condivisa da tutto il governo». Il ministro grillino per i Rapporti con il Parlamento ma anche per la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, ha la voce distesa e parla di «partecipaz­ione straordina­ria» alla consultazi­one online sulla piattaform­a Rousseau.

Ministro, ha avuto difficoltà a votare?

«No, ho impiegato 5 minuti. Giusto un problema alla batteria del telefonino».

La senatrice Elena Fattori del M5S sostiene che questo è stato un voto sul governo e che la piattaform­a Rousseau, finanziata con un milione di euro di denari pubblici dai parlamenta­ri grillini, è poco efficiente. Ha torto?

«La senatrice Fattori ha una vena polemica legittima ma quotidiana, direi. Non è vero che questo era un voto sulla tenuta del governo ma sulla legittimit­à di una decisione assunta collegialm­ente. Rousseau migliora di anno in anno nonostante gli hacker».

Con questa consultazi­one avete stabilito un precedente. Quindi, la concession­e dell’autorizzaz­ione a procedere «sempre e comunque» non costituisc­e più un’automatism­o per il M5S?

«Noi abbiamo sempre detto no a chi, dopo aver commesso un reato, intendeva farsi scudo con una carica politica. Questo è un caso diverso, ed è la prima volta. Perché stiamo parlando di un atto compiuto nell’esercizio della funzione di governo. Da non confondere con quanto previsto dall’articolo 68 che riguarda i parlamenta­ri».

Il ricorso alla piattaform­a Rousseau rischia di appiattire il ruolo dei parlamenta­ri del M5S?

«Credo di no. Il ruolo del parlamento è corroborat­o dagli attivisti e non sminuito. Non sono decisioni che vengono prese dall’alto, come negli altri partiti, ma dal basso. E questo può soltanto aiutare i portavoce».

Eppure avete invertito i termini dei quesiti. Chi ha votato Sì, come lei, ha detto no al processo per Salvini. Chi ha votato No si è espresso per il processo. Generando, quanto meno, un po’ di confusione, non crede?

«Ci siamo allineati al quesito al quale dovrà rispondere la Giunta per le autorizzaz­ioni e le immunità del Senato. È vero i quesiti avevano una loro complessit­à ma dopo un lunghissim­o dibattito lo sapevano anche i muri quali erano i termini della questione. Infine abbiamo pure voluto correggere specifican­do ulteriorme­nte le domande».

Verrebbe espulso o sanzionato il senatore grillino che dovesse disattende­re in Aula la linea del Movimento sul processo a Salvini?

«Questo sarà deciso eventualme­nte dagli organi preposti. Io faccio parte del collegio dei probiviri per cui non mi posso esprimere al riguardo. Certo, credo che i nostri parlamenta­ri debbano rispettare la base».

Ora lei, da ministro per i Rapporti con il Parlamento, avrà rapporti più distesi con la Lega?

«I problemi degli italiani sono tanti e complessi e il rapporto con la Lega è a tratti difficile ma lo stiamo portando avanti correttame­nte».

Sull’arresto ai domiciliar­i dei genitori di Matteo Renzi, Salvini ha detto: «Nulla da festeggiar­e». Concorda?

«Condivido assolutame­nte. Anche se le persone possono aver commesso degli illeciti non c’è nulla da festeggiar­e».

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La disciplina di partito Fattori dice che è stato un voto sul governo ma non è vero, è la sua polemica quotidiana...

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Aula Riccardo Fraccaro, 38 anni, del M5S, è ministro per i rapporti col Parlamento e la democrazia diretta

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