Le falle, i ritardi, le proteste Il giorno più lungo della creatura di Casaleggio
E se nel palazzo milanese si citofona a Rousseau risponde la società
«Associazione Rousseau, citofonare 6». La targhetta dorata in via Gerolamo Morone, a pochi passi dalla casa di Alessandro Manzoni, a Milano, è situata in basso a sinistra. Se suonate appare la scritta «Casaleggio Associati 6», la società di consulenza di Davide Casaleggio, che è anche il presidente di Rousseau. Per entrare «dovete prendere un appuntamento — risponde una voce femminile — oppure mandare una mail con l’elenco delle domande. La ringrazio». Prendere un appuntamento? Fatto, ma ci viene negato con un sms: «Niente da fare, ci spiace».
Quella di Rousseau è ormai un’appassionante epopea. Ci sono l’hacker buono, quello cattivo e l’esercito dei 100 mila attivisti. C’è lo sceriffo-garante per la privacy che vigila e un codice sorgente accessibile a pochi. E c’è la posta in gioco sempre più alta: ieri c’era in ballo la sopravvivenza stessa del governo gialloverde, con il quesito sull’autorizzazione a procedere con il processo a Matteo Salvini per il caso dei migranti della Diciotti.
Luigi Gubello, alias Evariste Galois, il cosiddetto hacker buono che è stato denunciato dalla Casaleggio per aver segnalato una falla nella piattaforma Rousseau nell’estate del 2017, si è approcciato su Twitter alla giornata di voto con la sola emoticon dei popcorn. Che nel gergo di Internet vuol dire: «Ne vedremo delle belle». E così è stato, ma lo studente di 27 anni non c’entra, come non è coinvolto — almeno stando a quanto ha dichiarato finora — Rogue0, il pirata che in due occasioni si è intrufolato nel sistema e ha rubato e pubblicato i dati di alcuni iscritti, alcuni dei quali ai vertici del Movimento 5 Stelle. Dopo un paio di criptici tweet, ha allargato le braccia cinguettando: «Io non ho fatto nulla». Non ce n’è stato bisogno, la chiamata alle urne digitali è partita male fin dall’inizio. Chi provava a votare — e hanno facoltà di farlo solo gli iscritti alla piattaforma da almeno sei mesi e si sono adoperati in 52.417 — faticava a caricare la pagina o non riusciva ad accedere al sito. Immediato — o tardivo, dipende da come la si guardi — l’intervento dei gestori: hanno dato conto dei rallentamenti e hanno fatto slittare l’apertura delle votazioni di un’ora. Alle 11, dunque, con una modifica alla domanda sbeffeggiata persino da Beppe Grillo e spostando il termine delle votazioni alle 21.30. Intanto, è crollato anche il Blog delle stelle.
«Non riesco a votare», «non mi è arrivata l’email di conferma del voto», «non funziona l’autenticazione a due fattori con l’sms» sono solo alcune delle lamentele dei volenterosi attivisti. Ci ha messo il carico la senatrice pentastellata Elena Fattori, che su Facebook ha sottolineato come l’associazione Rousseau riceva «90 mila euro di soldi pubblici versati dai parlamentari da marzo 2018» e abbia ottenuto «un totale di un milione di euro per implementare la piattaforma. Almeno dovrebbe funzionare come un orologio svizzero».
Sul perché non sia andata così argomenta Marco Canestrari, programmatore ex Casaleggio Associati: «I problemi di ieri sono imputabili a un cedimento della piattaforma e all’incapacità di chi la gestisce di valutare l’impatto del traffico che ci sarebbe stato più che a un problema di sicurezza». Quanto emerso,
Gli ostacoli
Chi provava a votare, faticava a caricare la pagina o non riusciva ad accedere al sito