Dal leghista sms a Conte e all’alleato «Grazie, ora vediamo in Parlamento»
Salvini in tour in Sardegna: «Bravo Di Maio che ci ha messo la faccia»
«Ringrazio il Movimento 5 stelle per la fiducia, poi non sono qua a stappare spumante né mi sarei depresso se fosse stato il contrario... Ero tranquillo prima e sarò tranquillo domani». Sono le prime parole di Matteo Salvini subito dopo aver appreso l’esito del no votato sulla piattaforma Rousseau al suo processo per la vicenda Diciotti. Appena arrivato al ristorante «Le Querce» di Sassari, il vicepremier annuncia un sms per il premier Conte e uno per Luigi Di Maio, che ringrazia pubblicamente: «Ci ha messo la faccia e lo ringrazio. E dunque lo avrei ringraziato anche se il voto fosse andato diversamente». Quindi, una nota quasi scaramantica: «Rousseau va bene, ma il Parlamento è sovrano». Un riferimento al voto della Giunta per le immunità del Senato di questa sera e al voto d’aula che verrà. Pur precisando di non temere trappole da quel punto di vista.
Il risultato arriva alle 22 precise. I leghisti già in giornata scommettevano sul no stellato all’autorizzazione a procedere. Salvini, invece, della vicenda parla pochissimo: «Mi chiedono come sto vivendo queste ore. Di solito i politici andavano a processo perché rubavano. Se io ci andassi perché ho respinto i clandestini sarei orgoglioso di andare a processo». E ribadisce che la vita del governo è questione diversa: «Ognuno scelga secondo coscienza, il governo non è a rischio». Perché «ho dato un parola e vale più dei sondaggi e di 100 senatori in più».
Nel suo tour elettorale in Sardegna, Salvini deve anche incrociare una contestazione a Sassari e un ragazzino che in un video selfie gli dice: «Più accoglienza, più 49 milioni». Ma in ogni caso il ministro dell’interno è il primo ad attenersi alla non drammatizzazione del quesito. Certo, tra i leghisti i malumori latenti negli ultimi giorni — da quando il Movimento 5 Stelle ha deciso di spostare la decisione sul voto online della piattaforma Rousseau — nel giorno delle consultazioni sono più percepibili, anche per il ritardo dell’esito del voto, spostato dalle 19 alle 21.30. Ma nessuno si lancia in commenti.
Solo Giancarlo Giorgetti esprime una certa perplessità di metodo: «La piattaforma Rousseau — osserva il sottosegretario alla presidenza del Consiglio — è una forma partecipativa che sicuramente può aiutare nel momento di crescita in termini di novità, ma misurata nelle responsabilità di governo qualche problema lo pone. Noi lo strumento che utilizziamo è quello delle urne elettorali». Giorgetti parla anche della vecchia alleanza: «A tempo debito decideremo». Ma «il centrodestra classico non c’è più in quanto tale. Non soltanto perché c’è Salvini come leader, ma perché la società italiana è cambiata, il mondo è cambiato e bisogna dare risposte non di tipo tradizionale».
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La piattaforma Rousseau misurata alle responsabilità di governo qualche problema lo pone G. Giorgetti