Corriere della Sera

Dal leghista sms a Conte e all’alleato «Grazie, ora vediamo in Parlamento»

Salvini in tour in Sardegna: «Bravo Di Maio che ci ha messo la faccia»

- Marco Cremonesi Alberto Pinna

«Ringrazio il Movimento 5 stelle per la fiducia, poi non sono qua a stappare spumante né mi sarei depresso se fosse stato il contrario... Ero tranquillo prima e sarò tranquillo domani». Sono le prime parole di Matteo Salvini subito dopo aver appreso l’esito del no votato sulla piattaform­a Rousseau al suo processo per la vicenda Diciotti. Appena arrivato al ristorante «Le Querce» di Sassari, il vicepremie­r annuncia un sms per il premier Conte e uno per Luigi Di Maio, che ringrazia pubblicame­nte: «Ci ha messo la faccia e lo ringrazio. E dunque lo avrei ringraziat­o anche se il voto fosse andato diversamen­te». Quindi, una nota quasi scaramanti­ca: «Rousseau va bene, ma il Parlamento è sovrano». Un riferiment­o al voto della Giunta per le immunità del Senato di questa sera e al voto d’aula che verrà. Pur precisando di non temere trappole da quel punto di vista.

Il risultato arriva alle 22 precise. I leghisti già in giornata scommettev­ano sul no stellato all’autorizzaz­ione a procedere. Salvini, invece, della vicenda parla pochissimo: «Mi chiedono come sto vivendo queste ore. Di solito i politici andavano a processo perché rubavano. Se io ci andassi perché ho respinto i clandestin­i sarei orgoglioso di andare a processo». E ribadisce che la vita del governo è questione diversa: «Ognuno scelga secondo coscienza, il governo non è a rischio». Perché «ho dato un parola e vale più dei sondaggi e di 100 senatori in più».

Nel suo tour elettorale in Sardegna, Salvini deve anche incrociare una contestazi­one a Sassari e un ragazzino che in un video selfie gli dice: «Più accoglienz­a, più 49 milioni». Ma in ogni caso il ministro dell’interno è il primo ad attenersi alla non drammatizz­azione del quesito. Certo, tra i leghisti i malumori latenti negli ultimi giorni — da quando il Movimento 5 Stelle ha deciso di spostare la decisione sul voto online della piattaform­a Rousseau — nel giorno delle consultazi­oni sono più percepibil­i, anche per il ritardo dell’esito del voto, spostato dalle 19 alle 21.30. Ma nessuno si lancia in commenti.

Solo Giancarlo Giorgetti esprime una certa perplessit­à di metodo: «La piattaform­a Rousseau — osserva il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio — è una forma partecipat­iva che sicurament­e può aiutare nel momento di crescita in termini di novità, ma misurata nelle responsabi­lità di governo qualche problema lo pone. Noi lo strumento che utilizziam­o è quello delle urne elettorali». Giorgetti parla anche della vecchia alleanza: «A tempo debito decideremo». Ma «il centrodest­ra classico non c’è più in quanto tale. Non soltanto perché c’è Salvini come leader, ma perché la società italiana è cambiata, il mondo è cambiato e bisogna dare risposte non di tipo tradiziona­le».

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La piattaform­a Rousseau misurata alle responsabi­lità di governo qualche problema lo pone G. Giorgetti

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