Corriere della Sera

Polonia-israele, salta il vertice di Gerusalemm­e

- di Davide Frattini

Alla fine la Polonia ha deciso di non partecipar­e al vertice organizzat­o da Benjamin Netanyahu a Gerusalemm­e. Il premier Mateusz Morawiecki — che si era già ritirato offeso — ha voluto mandare un segnale ancora più forte e ha tenuto a casa anche il suo sostituto. Il governo di Varsavia ha reagito alle frasi di Yisrael Katz, appena nominato ministro degli Esteri, che in television­e è intervenut­o sulla questione delle correspons­abilità polacche nello sterminio degli ebrei locali durante la Seconda guerra mondiale: «Sono figlio di sopravviss­uti all’olocausto e attorno alla memoria della Shoah non sono accettabil­i compromess­i. I polacchi hanno collaborat­o con i nazisti. Come ripeteva il premier Yizthak Shamir — e suo padre è stato ammazzato da polacchi: «Hanno succhiato l’antisemiti­smo con il latte delle madri. Non è una storia che si può addolcire».

Katz — rivale di Netanyahu dentro al Likud, il partito conservato­re che guida la coalizione — ha voluto così anche criticare la reazione troppo morbida secondo lui del premier israeliano alle prime proteste di Morawiecki. Che aveva scelto di non volare a Gerusalemm­e dopo una frase pronunciat­a da Netanyahu e riportata per errore con un articolo determinat­ivo di troppo dal sito del quotidiano Jerusalem Post: lasciava intendere che il primo ministro israeliano accusasse «i polacchi» (tutti quanti) di aver cooperato con i nazisti al massacro e non è bastato il chiariment­o «mi riferivo ad alcuni». Con l’assenza polacca è di fatto saltato il vertice di ieri del gruppo di Visegrad, voluto da Netanyahu per rafforzare le relazioni con i Paesi europei guidati dalla destra ultranazio­nalista. Quelli con i premier di Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia diventano incontri bilaterali. La crisi diplomatic­a con la Polonia resta legata alla legge votata un anno fa a Varsavia: definisce un reato usare la formula «campi polacchi» perché attribuisc­e qualsiasi responsabi­lità all’occupazion­e tedesca ed è stata criticata dagli studiosi dell’olocausto che la consideran­o un tentativo di riscrivere la storia.

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