Corriere della Sera

La Gran Bretagna accusa Facebook: «Gangster digitali»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Luigi Ippolito

LONDRA «Gangster digitali»: è l’etichetta appiccicat­a, senza tanti compliment­i, addosso a Facebook e al suo padrone, Mark Zuckerberg, dal Parlamento britannico. Una inchiesta durata diciotto mesi ha stabilito che il colosso dei social media ha deliberata­mente violato le leggi sulla privacy e la concorrenz­a e dovrebbe essere sottoposto immediatam­ente a una regolament­azione.

Zuckerberg è stato accusato di disprezzo verso il Parlamento britannico per aver rifiutato ben tre volte di testimonia­re di fronte ai deputati. Questa settimana il ministro della Cultura britannico, Jeremy Wright, che ha la delega per il digitale, incontrerà il fondatore di Facebook e gli presenterà i risultati dell’inchiesta.

Il rapporto accusa il social media di continuare a dare la priorità ai profitti rispetto alla privacy dei suoi utenti. E chiama in causa direttamen­te Zuckerberg, il quale «continua a non mostrare il livello di leadership e responsabi­lità personale che ci si aspettereb­be da qualcuno che siede in cima a una della più grandi aziende mondiali». La commission­e di Westminste­r raccomanda l’adozione di un codice di condotta obbligator­io e l’istituzion­e di una autorità di regolament­azione con poteri legali.

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