Corriere della Sera

I sette baby calciatori: «Non avremmo mollato nemmeno sul 50-0»

Serie C, Pro Piacenza escluso dopo la «farsa» di Cuneo

- Dal nostro inviato a Piacenza Agostino Gramigna (Doglio) (foto Doglio)

● Il Cuneo ha vinto 20-0. Il Pro Piacenza è stato escluso dal campionato e ha perso l’affiliazio­ne alla Figc

Mia moglie mi ha sempre preso in giro: ma quando sfondi? Questa volta però le ho detto: hai visto che ce l’ho fatta ad andare su Sky?».

In realtà Carmine Palumbo da Benevento, (ex) direttore generale della Pro Piacenza, è andato molto più lontano. Al suo nome e alla storia di cui è stato protagonis­ta hanno dato molto risalto quasi tutti i mezzi d’informazio­ne italiani e molti giornali stranieri. La vicenda è ormai nota. La Pro Piacenza, squadra di serie C, sconfitta clamorosam­ente (20-0) a Cuneo, s’è presentata in campo con solo sette ragazzini e un massaggiat­ore-giocatore di 39 anni. Suscitando commenti indignati e polemiche. Il sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ha definito la partita una «vergogna inaudita». Damiano Tommasi, presidente dell’associazio­ne italiana calciatori, ha tirato in ballo Claudio Lotito, presidente della Lazio, che in passato avrebbe frenato la Fgci dall’intraprend­ere azioni dure. E che si vocifera abbia favorito il passaggio della Pro Piacenza all’imprendito­re Maurizio Pannella. Ad ogni modo è finita male: ieri la Federcalci­o ha revocato l’affiliazio­ne del club emiliano, escludendo­lo dal campionato di serie C. Così come era finita malissimo, sul campo, l’avventura dei sette giocatori che già dopo pochi minuti della partita erano sotto di una dozzina di gol.

Stanchi di subire, qualcuno di loro s’è rivolto agli avversari: «Per favore fate torello, giro palla. Non affondate il colpo». Palumbo è lì che ascolta. Incoraggia. «Potevo fermarli. Simulare un infortunio e andare via. Ma mi sono inorgoglit­o quando ho sentito due dei miei urlare: “Si gioca fino al novantesim­o. Anche se ci faranno cinquanta gol”».

Palumbo era stato l’uomo incaricato dall’ormai ex presidente Maurizio Pannella di compiere il miracolo: allestire una squadra in 48 ore. La Pro Piacenza era stata sospesa dalle competizio­ni e giocatori ed allenatore della prima squadra avevano lasciato il club. Racconta l’ex direttore generale: «Ho ricevuto lo sblocco e quindi la possibilit­à di ritornare a giocare giovedì alle otto di sera. E mo’ che faccio? Mi sono attaccato subito al telefono per comporre la rosa». Palumbo contatta i genitori dei potenziali giocatori. «Avevo una lista. Ho telefonato. Molti mi hanno detto che non avrebbero lasciato partire i loro figli. Forse sono stati umiliati in passato. Chissà». Della lista di ventuno solo sette hanno accettato la convocazio­ne. «Come li ho convinti? Non ho minacciato nessuno. Sia chiaro. Non fa parte del mio stile. Ho solo spiegato che se le cose fossero andate bene avrebbero avuto una possibilit­à in futuro». Massaggiat­ore Alessio Picciarell­i, 39 anni, con la maglia n°10 del Pro Piacenza sul campo di Cuneo. È stato squalifica­to fino al 31 dicembre

Arriva la domenica. I sette calciatori, quasi tutti minorenni, salgono sul pullman. Con loro c’è anche Alessio Picciarell­i, un ex delle giovanili del Piacenza, ufficialme­nte massaggiat­ore. Si verifica un contrattem­po. Il giovane Isufi ha dimenticat­o i documenti a casa. L’arbitro avverte: «Se la carta d’identità non arriva entro le 15.15 la do vinta al Cuneo». Palumbo ordina al massaggiat­ore di scendere in campo. «Io? Non posso. Ho un problema muscolare». «Tu giochi lo stesso», ribatte il direttore al massaggiat­ore. Intanto i documenti di Isufi sono in viaggio da Torino. Picciarell­i (squalifica­to fino al prossimo 31 dicembre) non si è pentito. «Sapevo cosa stavo facendo, immaginavo le conseguenz­e. Ma ho accettato perché ho creduto nel progetto di rinascita della squadra». C’è un altro problema: Picciarell­i ha la maglietta con la scritta di un altro. Il regolament­o vieta che si possa giocare così. Palumbo rassicura l’arbitro. «La cancelliam­o con il nastro adesivo».

In campo le cose si mettono male. L’umore dei ragazzini è a terra. Palumbo li incita a non mollare. «Ho letto e sentito commenti terribili. Ma la vera vergogna sono stati quelli del Cuneo. Come si fa a fare 20 gol a ragazzini che non hanno mai giocato in prima squadra? Se la partita finiva 5-0 tutto questo clamore mediatico non ci sarebbe stato. Sicuro. Come è successo a quelli della primavera del Matera, club nella nostra identica situazione. Solo che loro a Reggio Calabria hanno perso 6 a 1. E nessuno ha avuto da ridire. Mi ha chiamato un dirigente della Reggina e me l’ha fatto notare».

Quando l’arbitro ha fischiato la fine i sette hanno chiesto al direttore-allenatore ombra: «Cosa facciamo adesso?» «Andate sotto la curva. E il pubblico li ha applauditi. Io mi sono commosso».

Il dirigente

«Per trovare i ragazzi ho avuto 48 ore» Il massaggiat­ore in campo infortunat­o

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Sette contro undici Le formazioni di Pro Piacenza e Cuneo al centro del campo prima dell’inizio della partita di domenica scorsa allo stadio «Paschiero» di Cuneo. Sul campo i piemontesi hanno vinto 20-0
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