Corriere della Sera

Mendini, il rivoluzion­ario del design Il suo mondo tra ironia e colore

Vinse due Compassi d’oro. Le riflession­i sul kitsch e la passione per Proust

- Di Roberta Scorranese rscorranes­e@corriere.it

L’uomo che è stato capace di far diventare famoso un cavatappi (e al quale ha anche dato un nome, Anna G.), è scomparso ieri, a 87 anni. Modi garbati fino al paradosso, colli alla coreana e occhiali tondi, Alessandro Mendini amava definirsi «uno stronzo designer milanese», espression­e che stemperava subito con una delle sue famose risate. E, in fondo, nella sua lunga e variegata carriera, ha fatto sempre questo: con ironia e colore ha polverizza­to gli schemi rigorosi del progetto, ha sfumato il grigiore dell’ideologia, ha dato vita, occhi e nome agli oggetti — un po’ come Geppetto, al quale si era paragonato nell’ultima intervista concessa al Corriere della Sera l’anno scorso.

Nato in una famiglia della Milano bene, cresciuto in mezzo alle opere d’arte (i suoi zii erano i Boschi Di Stefano, proprietar­i di una importante collezione, oggi del Comune), Mendini si era iscritto a ingegneria «per inerzia», ma aveva cominciato a seguire le lezioni di architettu­ra, quasi di nascosto. Un’attitudine alla creatività, la sua, stimolata da una molteplici­tà di passioni diverse. «Kandinsky e Walt Disney, Saul Steinberg e Depero», raccontava.

Intellettu­ale curioso e aperto alle sperimenta­zioni, Mendini è stato protagonis­ta di alcune delle più importanti esperienze del design radicale: Global Tools nel ‘73, Alchimia nel ‘77, Memphis nell’81. Numerosi i premi, tra i quali due Compassi d’oro nel 1979 e nel 1981. Ha ideato la poltro- A casa Il designer Alessandro Mendini nella sua abitazione di Milano.ha creato oggetti diventati icone e progettato musei e quartieri na Proust («Una falsa poltrona del Settecento decorata con un falso quadro di Signac. Due falsi che, insieme, fanno un pezzo originale»),la lampada Amuleto e i famosi oggetti per la casa, nati dalla lunga amicizia con Alberto Alessi. Ha progettato il Museo di Groningen in Olanda, una torre ad Hiroshima e un quartiere a Lugano. Ha diretto riviste come «Casabella» e «Domus», ha scritto un libro dissacrant­e con Erri De Luca, Diavoli custodi, per Feltrinell­i. Eppure, al di là dei riconoscim­enti, della ricerca e dell’attività concettual­e, quello che di lui resterà come una scia colorata e trasversal­e è la gioiosa anarchia delle idee.

Famose le sue riflession­i sul kitsch («Ha delle regole rigorose: rimpicciol­imento della figura, traslazion­e della funzione, stridore dei colori. Ma soprattutt­o, quanto è rilassante ascoltare canzonette leggere, ci fa stare meglio»); folgoranti le sue intuizioni su Proust («Per me è stato come entrare in una cattedrale, una lettura che non è mai finita») e, soprattutt­o, fulminante nelle autodefini­zioni: «Che cosa sarei diventato se non avessi fatto il designer? Sarei stato un perfetto pentito: ancora oggi io sono fatto di aria, colore e ripensamen­ti». ● Compasso d’oro nel 1979 e nel 1981, direttore di importanti riviste come Domus e Casabella ha ricevuto l’onorificen­za dell’architectu­ral League di New York, la laurea honoris causa al Politecnic­o di Milano e the European Prize for Architectu­re Awards 2014

Icone di stile

Tra i suoi oggetti celebri il cavatappi «Anna G.» e la lampada «Amuleto»

 ??  ?? Chi era● Alessandro Mendini era nato a Milano nel 1931● Cresciuto tra le opere d’arte si era iscritto a ingegneria ma seguiva le lezioni di architettu­ra● Ha creato oggetti icone e collaborat­o con grandi aziende tra le quali Alessi, Bisazza, Cartier, Swatch, Swarovski e Samsung
Chi era● Alessandro Mendini era nato a Milano nel 1931● Cresciuto tra le opere d’arte si era iscritto a ingegneria ma seguiva le lezioni di architettu­ra● Ha creato oggetti icone e collaborat­o con grandi aziende tra le quali Alessi, Bisazza, Cartier, Swatch, Swarovski e Samsung
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