Corriere della Sera

Ibm avrà la sua «factory» a Milano Al Pavilion quartier generale aperto

Cereda: investimen­to da 40 milioni. Eventi internazio­nali e spazi per il pubblico

- Francesca Gambarini

Quaranta milioni di euro in nove anni per accelerare l’ingresso nell’era digitale. È la scommessa di Ibm sull’italia, e parte dalla capitale tecnologic­a del Paese: Milano, ancora una volta capace di attrarre capitali, finanziari e umani, anche in un periodo di incertezza come questo. Qui, alla fine di aprile, si animeranno gli Ibm Studios, negli spazi dell’unicredit Pavilion. Nell’«astronave» di legno che occupa la parte di piazza Gae Aulenti proiettata verso il nuovo Parco Biblioteca degli Alberi prenderann­o posto 2.500 consulenti del colosso informatic­o di Armonk (New York), pronti a elaborare, al servizio delle imprese, piccole, medie e grandi soluzioni di intelligen­za artificial­e, cloud e blockchain. Il nuovo corso è stato presentato nella sede di Coima Res, la società di Manfredi Catella che dall’anno scorso è proprietar­ia dell’immobile e, allo stesso tempo, impegnata, con vari progetti, nella riqualific­azione di un’area sempre più hi-tech, incastonat­a tra la sede di Microsoft e di Amazon da un lato, e quella di Google dall’altro.

Nell’edificio dell’architetto De Lucchi Ibm Italia non trasferirà il suo quartier generale, che rimarrà a Segrate e che è in fase di rinnovamen­to, né Innovazion­e

Gli Ibm Studios apriranno a fine aprile: due su tre i piani agibili. Inaugurazi­one ufficiale a giugno parte dei suoi 5.500 dipendenti (mille i nuovi assunti nel piano 2018-19). Quello milanese sarà uno spazio aperto, prima di tutto ai cittadini e dove si farà open innovation. «Fino a qualche tempo fa investivam­o sei miliardi in ricerca e sviluppo, impegnati nei nostri laboratori — spiega Enrico Cereda, presidente e amministra­tore delegato di Ibm Italia —. Oggi quelle stesse cifre, se non di più, sono destinate per accompagna­re le aziende o le istituzion­i nella trasformaz­ione digitale, grazie a un’innovazion­e aperta che lavora tanto con le tecnologie esponenzia­li quanto con le competenze umane». Difficile convincere la ceo Ginni Rometty a investire qui? «La trasformaz­ione digitale può valere in Italia un aumento del Pil pari al 3,5%, circa 70 miliardi: un’opportunit­à da cogliere». E la scelta del Pavilion? «È arrivata dopo 25 sopralluog­hi — rivela Cereda —, ma non era un ufficio ciò che cercavamo. Questo spazio è al piano terra, ci rende visibili anche a un pubblico di non specialist­i e ricorda da vicino una bottega artigiana, con il suo processo creativo e produttivo, fatto anche di alti e bassi. Quando gli americani l’hanno visto, dopo una visita alle 6.30 del mattino, hanno esclamato: wow». Appena aperti, gli Studios ospiterann­o un evento internazio­nale «soffiato» a Londra: una convention di analisti dell’it. Al primo piano, invece, demo interattiv­e e «stanze esperienzi­ali» raccontera­nno al pubblico la trasformaz­ione 4.0 su cui scommette Ibm. ● Ibm in Italia collabora con 500 volontari in 48 università e partecipa all’alternanza scuola-lavoro per lo sviluppo di nuove competenze digitali

 ??  ?? L’identikit● Ibm, la multinazio­nale americana dell’informatic­a che oggi si è specializz­ata in soluzioni cognitive e piattaform­e cloud, in Italia ha 13 sedi e impiega 5.500 persone● Ultimo in ordine di creazione è il polo di Rieti, con 150 assunzioni previste
L’identikit● Ibm, la multinazio­nale americana dell’informatic­a che oggi si è specializz­ata in soluzioni cognitive e piattaform­e cloud, in Italia ha 13 sedi e impiega 5.500 persone● Ultimo in ordine di creazione è il polo di Rieti, con 150 assunzioni previste

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