Gerasimenko firmato l’addio Cantù passa alla cordata Usa
Da una parte i russi, dall’altra gli americani: per qualche mese a Cantù si sono sentiti come al Checkpoint Charlie. Poi ieri sera finalmente l’accordo: Dmitry Gerasimenko ha fatto il passo indietro richiesto, ha firmato il passaggio di consegne davanti al notaio Maifredi e ha lasciato la Pallacanestro Cantù alla cordata di Miami dall’alcolico nome Southern Glazer’s Wine & Spirits. O meglio: la multinazionale Usa subentrerà fra un mese, al momento la proprietà del glorioso club brianzolo è passata a Tic, acronimo di Tutti Insieme Cantù. La società è salva, la storia del basket italiano pure: c’erano in ballo 3 scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 4 Coppe delle Coppe e 4 Coppe Korac, più altri spiccioli di vittorie e una tradizione che aveva trasformato il centro brianzolo in Cantucky, là dove la pallacanestro è una religione. Dai russi agli americani: la guerra fredda non c’entra, ma le caratteristiche della spy story c’erano tutte, dalle acciaierie sequestrate dall’inflessibile governo all’allenatore fuggito durante la notte per ricomparire su un’altra panchina (oltre cortina, ovvio) appena 24 ore più tardi. Con ieri è finita l’era Gerasimenko: non che siano mancati i colpi di scena, quando l’imprenditore di origine ucraina ha cominciato ad alzare le pretese sulla rateizzazione del pagamento. Poi in serata sono arrivate le firme, quella dell’amministratore unico (dimissionario) Roman Popov, quella dell’amministratore di Red October Italia (già, c’era anche Ottobre Rosso nella vicenda...) e di Pianella Srl Polina Samoylova e infine quella di Tutti Insieme Cantù, nella persona di Angelo Passeri. Fine della questione. Che si sarebbe arrivati a questo punto era chiaro dalla mancata partenza del capitano Ike Udanoh, convinto a rimanere pochi istanti prima di trasferirsi ad Avellino. Dasvidania Gerasimenko, good morning Cantù.