«Non mentire», thriller psicologico che incrocia i casi «Metoo»
La nuova fiction di Canale 5 «Non mentire» ruota intorno al sottile confine che divide la realtà dalla percezione che di essa ciascuno costruisce e modella. La serie, remake piuttosto fedele dell’originale britannico «Liar» (in onda sulla tv commerciale ITV e già proposto in Italia da Nove), racconta una vicenda di attrazione e presunta violenza sessuale incrociando un tema oggi centrale sulla scia dei casi «Metoo».
Fulcro della storia sono i protagonisti Laura (Greta Scarano), una giovane insegnante di liceo e Andrea (Alessandro Preziosi), uno stimato chirurgo che la invita a una cena romantica. La mattina successiva, i due si svegliano con sentimenti contrastanti, lui sereno e possibilista per il seguito della relazione, lei sconvolta e convinta di aver subito una violenza che immediatamente denuncia.
Da quel momento, la trama prende un andamento che mescola piani differenti: l’impatto della vicenda sulle vite dei singoli e dei loro famigliari (centrale è il ruolo di Caterina, sorella di Laura e collega in ospedale di Andrea) e il tentativo di ricostruzione dei fatti della maledetta serata, secondo un espediente narrativo cui ci hanno abituato alcune serie premium americane e non solo. Al netto di una scrittura a tratti troppo lenta e di una recitazione non esaltante, «Non mentire», una produzione Indigo Film, ha il merito di affrontare un tema scivoloso, dispiegando poco alla volta dettagli e particolari che non servono a fornire certezze, ma ad alimentare il dubbio, a mettere a nudo le piccole menzogne quotidiane cui spesso ci si conforma, per abitudine o convenienza. Un thriller psicologico e relazionale fatto di tanti piccoli muri di gomma con cui si scontrano i due poliziotti (un uomo e una donna, naturalmente) chiamati a condurre le indagini, a loro volta travolti da incomprensioni, equivoci, luoghi comuni di genere.