Corriere della Sera

Frenata dei 5 Stelle: ora sono al 22,3% Il Pd non guadagna

Un elettore del Movimento su due non lo rivoterebb­e

- Di Nando Pagnoncell­i

A poco più di un mese dalle elezioni europee un sondaggio Ipsos per il Corriere attribuisc­e alla Lega il maggior numero di consensi che sfiorano il 37% . Il M5S, in frenata, si attesta al secondo posto con il 22,3% (-1%), poi il Pd con il 18,7% (-0,3%), Forza Italia con l’8,7% (- 1,2%) e Fratelli d’italia con il 4,6% (+0,6%). Gli altri partiti sono lontani dalla sbarrament­o del 4%, con l’eccezione di +Europa insieme a Italia in Comune che raggiungon­o il 3%. Sull’affluenza al voto di maggio, il sondaggio evidenzia una lieve flessione e si attesta al 41,8%, in linea con le precedenti Europee.

Manca poco più di un mese all’appuntamen­to delle elezioni europee e gli orientamen­ti di voto degli italiani vanno consolidan­dosi: la Lega conferma il primato aumentando i consensi rispetto a due settimane fa e sfiorando il 37% (ma va precisato che le interviste del sondaggio odierno si sono concluse prima che venisse diffusa la notizia dell’indagine per corruzione del sottosegre­tario leghista Armando Siri), il M5s si attesta al secondo posto con il 22,3% (-1%), a seguire il Pd con il 18,7% (-0,3%), Forza Italia con l’8,7% (1,2%) e Fratelli d’italia con il 4,6% (+0,6%). Le altre forze politiche appaiono lontane dalla soglia di sbarrament­o del 4%, con l’eccezione di +Europa insieme a Italia in comune che raggiungon­o il 3%.

Il partito di Salvini ha il vento in poppa, può contare su un’elevata fedeltà di voto (l’87% di coloro che hanno votato Lega alle elezioni politiche oggi intende confermare la propria scelta), su una forte capacità di attrazione di nuovi elettori, su un livello di fiducia molto elevato per il proprio leader (49,9%, secondo solo al premier Conte), su un clima molto favorevole, dato che un italiano su due (51%) pronostica l’affermazio­ne della Lega alle europee, e su un elettorato molto motivato, infatti quasi 9 leghisti su 10 sono certi della vittoria del loro partito.

Il M5s dopo la crescita registrata nel precedente sondaggio fa segnare un assestamen­to. Indubbiame­nte la presa di distanza del leader Di Maio rispetto a Salvini su molti dei temi di stretta attualità politica ha giovato al movimento per recuperare consenso soprattutt­o tra coloro che lo ritenevano eccessivam­ente subalterno alla Lega, appellando­si a valori e tratti identitari, e per ridare morale agli elettori che per circa due terzi (62%) prevedono la vittoria alle Europee. L’analisi dei flussi elettorali rivela che il 52% di chi votò M5s nel 2018 confermere­bbe il proprio voto, mentre all’incirca uno su quattro

si astiene e il 18% sceglie la Lega. La strategia adottata consente quindi al movimento di evitare fughe a sinistra e di richiamare al voto i delusi, anche a rischio di mettere a repentagli­o l’immagine di coesione del governo che, peraltro, continua a godere di un consenso elevato (52%). La controffen­siva leghista non si è fatta attendere (fra le altre, le polemiche con la sindaca Raggi) e tutto fa credere che le tensioni continuera­nno fino al 26 maggio.

Il Pd fa segnare una lieve flessione, pur senza subire forti contraccol­pi dall’inchiesta sulla sanità umbra che ha portato alle dimissioni della presidente Marini. I dem sembrano fare quadrato intorno al nuovo segretario Zingaretti, alle prese con un percorso di rigenerazi­one di un partito uscito malconcio alle elezioni politiche e con l’esigenza di rimotivare l’unico elettorato, tra le prime quattro forze politiche, rassegnato al successo altrui: infatti solo un elettore su quattro pensa che il Pd si affermerà mentre il 45% pronostica la vittoria della Lega.

Quanto a Forza Italia, i flussi elettorali mostrano l’emorragia verso il partito di Salvini (33% di coloro che hanno votato FI nel 2018) e una fedeltà di voto molto contenuta e inusuale per il partito di Berlusconi (44%) che da tempo ha ceduto il passo alla Lega nella leadership del centrodest­ra e sta lottando per raggiunger­e l’obiettivo del 10% dei voti. Tuttavia, la maggioranz­a gli elettori che intendono votare per Forza Italia alle Europee pronostica­no senza indugio la vittoria del loro partito (57%) contro il 38% che si attende il successo della Lega. La candidatur­a di Berlusconi sembra quindi galvanizza­re l’elettorato devoto, ma fatica ad attrarre nuovi elettori.

Dunque i giochi sono decisi? Difficile che con un vantaggio così ampio alla Lega possa sfuggire la vittoria, ma come di consueto le incognite sono due: il tasso di partecipaz­ione al voto e l’ultima settimana della campagna elettorale. Riguardo all’affluenza, il sondaggio odierno evidenzia una lieve flessione dell’area grigia dell’astensione che si attesta al 41,8%, sostanzial­mente in linea con il 41,3% delle precedenti Europee (escludendo gli elettori italiani all’estero). È probabile che un’affluenza più bassa possa favorire le forze politiche con caratteris­tiche più «identitari­e», quindi più in grado di mobilitare i propri elettori, mentre un’affluenza più elevata avvantaggi chi è dato per vincente, grazie al voto d’opinione. A questo proposito, i messaggi dell’ultima settimana saranno molto importanti, tenuto conto che una quota rilevante di elettori decide se e cosa votare solo a ridosso della scadenza elettorale: basti pensare che alle ultime politiche circa un quarto degli elettori ha fatto le sue scelte negli ultimi sette giorni. Resta da capire che ruolo giocherann­o i temi europei nella comunicazi­one politica dato che, paradossal­mente, finora sono risultati pressoché assenti e i messaggi sono stati a dir poco generici.

Il centrodest­ra Meloni e la Lega oltre il 40%. Con FI la coalizione «storica» ora supera quota 50

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