Conflitto di interessi, passo di Di Maio «Ora lo facciamo e chi ci sta ci sta»
Il capo del Movimento apre un nuovo fronte che farà irritare FI (e il Carroccio)
ROMA «Proporrò alla Lega, al Pd e a chiunque ci voglia stare, una nuova legge sul conflitto di interessi...». Se si tratta di una provocazione elettorale non è dato sapere. Fatto sta che in queste ore in cui l’esecutivo vacilla il vicepremier Luigi Di Maio rispolvera un vecchio cavallo di battaglia per galvanizzare la base. È un ritorno al grillismo d’antan che serve anche a mettere in ulteriore difficoltà il suo alleato di governo Matteo Salvini, colpito dall’inchiesta della Procura di Roma che vede indagato per corruzione il sottosegretario leghista Armando Siri.
La strategia comunicativa cambia. «Sarà questo — fanno sapere dal Movimento — lo spin dei prossimi giorni». E Di Maio lo mette in pratica con una formula nella quale si rivolge anche al Pd evocando così sotto traccia l’ipotesi di quel secondo forno che potrebbe, forse, riaprirsi. In questo contesto al rientro della pausa pasquale il conflitto di interessi sarà in cima all’agenda e sarà rilanciato dal Guardasigilli Alfonso Bonafede. Non a caso quest’ultimo dall’inizio dell’esperienza dell’esecutivo ripete: «Il conflitto di interessi? È una battaglia fondamentale, si farà».
D’altro canto, già nel lontano 2007 Beppe Grillo scriveva un post che aveva come incipit: «Qui o si risolve il conflitto di interesse o continueremo a prenderlo in quel posto». Più chiaro di così. Si tratta dunque di un cambio di passo che viene confermato da un grillino della prima ora come il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo. «Il conflitto di interessi — spiega — è presente nel contratto di governo siglato con la Lega. Ed è una battaglia che noi portiamo avanti dal primo giorno della nostra nascita. E già so che Alfonso Bonafede si sta impegnando per realizzare questa misura che è importante per noi ma soprattutto per il Paese».
Eppure qualche mese fa c’era già stata un’accelerazione simile da parte del M5S che finì sul nascere perché il vicepremier Salvini si mise di traverso. «Non è una mia priorità», tagliò corto il leader leghista. Ora, però, lo scenario è mutato. Lo scontro tra i due sembra essere a un punto di non ritorno. Ma l’elemento fondamentale che potrebbe accelerare il processo e fungere da catalizzatore è la campagna elettorale delle Europee. Nel corso della quale Di Maio e i suoi proveranno a recuperare il consenso dilapidato in questi mesi al governo. «Il conflitto di interesse vale almeno due punti percentuali», confidano. Oltretutto, secondo un senatore del M5S, servirà a chiarire «con chi sta Salvini: dalla nostra parte o da quella di Berlusconi?». Già, perché il tema è sempre stato indigesto a Forza Italia.