Corriere della Sera

L’altro Netanyahu, Iddo «Vi racconto Israele nella vita dei miei fratelli il premier e il soldato»

Dagli accordi di pace, agli scandali di Bibi, al futuro

- Dal nostro inviato a Gerusalemm­e Aldo Cazzullo

Iddo Netanyahu non è soltanto il fratello di Benjamin detto Bibi, un premier che ha vinto cinque elezioni, e di Jonathan detto Yoni, caduto alla testa del commando che liberò oltre cento ostaggi a Entebbe. È uno scrittore tradotto nel mondo, autore di commedie messe in scena a Mosca e a New York. Ed è una voce da ascoltare perché denuncia «un certo conformism­o»: in Israele l’egemonia politica è della destra, ma nella percezione europea l’egemonia culturale è ancora della sinistra; e questo non aiuta a capire cosa accade.

Netanyahu, com’era la vostra famiglia?

«Papà era uno storico. Ha studiato l’inquisizio­ne spagnola».

Le radici dell’antisemiti­smo.

«L’antisemiti­smo è molto più antico. Precede l’impero romano, è attestato nell’età ellenistic­a. Poi passò in Occidente e da qui in una parte dell’islam. Non è certo finito con la sconfitta del nazismo. È un virus che ha contagiato ogni nazione, financo l’australia».

Perché?

«I motivi sono molti. Non è solo un fatto religioso: il nazismo era anticristi­ano. Purtroppo è esistito anche un antisemiti­smo cristiano, basato su una rilettura anti-giudaica dell’antico Testamento».

Non è un fenomeno sconfitto?

«Certo che no. Anzi, in tempi di crisi l’antisemiti­smo si fa più virulento. Si riaffaccia in Germania. In Francia, da cui molti ebrei se ne sono andati. Si manifesta anche a sinistra, ad esempio nel Labour di Corbyn».

Putin però coltiva buoni rapporti con Israele.

«Putin ha un atteggiame­nto amichevole. Non è certo antisemita. Ma proprio la Russia è esemplare di come l’antisemiti­smo possa mettere radici. Un tempo non esisteva. È sorto con l’idea degli ebrei che accumulano ricchezza e influenza finanziari­a, editoriale, politica. È culminato in pogrom terribili. Ma oggi c’è Israele. Noi ebrei possiamo essere odiati; non sterminati».

Israele è ancora in pericolo?

«Certo. L’iran vuole l’atomica per distrugger­ci. Ma anche i palestines­i non hanno mai rinunciato alla distruzion­e di Israele. È questo che i leader laburisti non avevano capito».

Per questo la sinistra in Israele è crollata?

«È crollata a causa degli arabi. Quando ci furono gli accordi di Oslo tra Rabin e Arafat, nel 1993, la maggioranz­a degli ● Tra i suoi libri, pubblicati in Italia: «Entebbe 1976» e «Itamar K.». La sua ultima opera teatrale è «Meaning» ● È del febbraio 2019 la notizia che Netanyahu sarà incriminat­o per corruzione israeliani li approvava. Ma dall’altra parte non c’era un’autentica volontà di pace. Barak arrivò a offrire praticamen­te tutta la West Bank (Cisgiordan­ia, nda) e Gerusalemm­e Est. La risposta furono violenze, bombe, attentati suicidi. Poi Sharon si ritirò da Gaza. E Gaza è diventata una base per attaccarci».

Tra Rabin e Sharon c’è il primo governo di Benjamin Netanyahu, dal 1996 a 1999. Suo fratello ha cercato davvero la pace?

«Certo che sì. Ma ha capito che non era possibile. E con lui l’ha capito il popolo. Gli intellettu­ali, no».

Abraham Yehoshua sostiene di non credere più alla soluzione «due popoli due Stati», ma a un unico Stato in cui ebrei e arabi convivano. È possibile?

«No. Tra vent’anni, forse. Oggi no. La gente non lo accettereb­be. Né la nostra, né la loro. Album Da sinistra a destra: Bibi, Iddo e Yoni Netanyahu. Il primo è premier d’israele, il secondo scrittore, il terzo è morto guidando il commando che liberò 100 ostaggi a Entebbe, Uganda, nel giugno 1976 Siamo radicalmen­te differenti. Israele è una jewish nation, una nazione ebraica».

Ma esistono gli arabi israeliani.

«Certo. Però sono minoranza. Dove gli ebrei sono maggioranz­a, garantisco­no la sicurezza degli arabi. Ma nella West Bank ci sono luoghi dove gli arabi sono la netta maggioranz­a. Là oggi gli ebrei sopravvivo­no solo grazie alla protezione dell’esercito. Altrimenti sarebbero aggrediti».

Perché Israele non si ritira da quei territori?

«Sarebbe un suicidio. Finirebbe come a Gaza. Ci consegnere­mmo ai terroristi. Ma non dimentichi che i palestines­i hanno un’ampia autonomia. Un parlamento, una polizia, una scuola».

L’iran è un pericolo?

«Certo che lo è. Il khomeinism­o è orribilmen­te antisemita. E vuole la Bomba. È una guerra che non possiamo permetterc­i di perdere».

Come combatterl­a? Anche bombardand­o gli impianti iraniani?

«Sono il fratello del primo ministro. Non ne abbiamo mai parlato, e in ogni caso non le rispondere­i».

Lo storico Benny Morris sostiene che Bibi cadrà entro un anno per via dei processi.

«Non lo so. Non si sa neppure se ci saranno i processi. So dirle questo: sono accuse ridicole».

Sono accuse imbarazzan­ti. I regali…

«I regali è una storia ormai caduta. La questione verte su presunte pressioni di mio fratello per avere una stampa favorevole; quando tutti sanno che la stampa israeliana è in prevalenza di orientamen­to liberal, e quindi molto critica con lui».

L’accusa è anche di aver favorito una società di telecomuni­cazioni che possiede un sito di notizie.

«Il sito Walla!, notoriamen­te anti-likud. È un caso unico nella storia della giurisprud­enza, frutto di una straordina­ria creatività giuridica. Gli avvocati stranieri che se ne sono occupati non si raccapezza­vano. Qual è il politico che non interagisc­e con la stampa? Se venisse usato lo stesso criterio negli altri Paesi, ci sarebbero retate di politici e primi ministri».

Lei ha scritto due libri su Entebbe. Come ricorda Yoni Netanyahu?

«Nostro padre si era trasferito in America, e noi l’avevamo seguito. Tutti e tre decidemmo di tornare in Israele per fare il servizio militare, tutti nella stessa unità speciale».

Ma a Entebbe c’era solo Yoni.

«Sono le nostre regole. Mai due fratelli in una missione ad alto rischio».

Ottomila chilometri di volo radente per sfuggire ai radar, un’operazione tuttora studiata dall’intelligen­ce di tutto il mondo.

«La difficoltà è che in guerra, appena entri in una stanza, spari. Se devi liberare più di cento ostaggi, prima devi guardare, e solo dopo sparare. Questo dà al nemico un enorme vantaggio. Mio fratello disse ai suoi uomini: “Ricordatev­i che voi siete soldati migliori di loro”, dei terroristi arabi e tedeschi, degli ugandesi che li proteggeva­no. E i suoi uomini si sono dimostrati migliori».

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 ??  ?? Biografie parallele ● Iddo Netanyahu, 66 anni, medico e scrittore. Ultimo di tre fratelli: il padre Benzion è morto nel 2012 a 102 anni
Biografie parallele ● Iddo Netanyahu, 66 anni, medico e scrittore. Ultimo di tre fratelli: il padre Benzion è morto nel 2012 a 102 anni
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● Benjamin Netanyahu detto Bibi, 69 anni, leader del partito Likud, ha vinto per la quinta volta le elezioni in Israele. È premier dal 2009

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