«Le mie api sul tetto sono salve» (Piccolo) miracolo a Notre-dame
La scoperta di Nicolas che produceva il miele sulla Cattedrale: le arnie ci sono ancora
sono salvate. Ai primi segni di fumo le api reagiscono cercando di proteggere la regina e tendono a non uscire dall’alveare». L’apicoltore dice di avere ricevuto messaggi da tutto il mondo, «dall’europa ma anche dall’america del Sud, dal Giappone, dal Sudafrica».
Ogni arnia produce circa 25 chili l’anno di miele, che viene venduto al personale di Notre-dame. «Produrre miele sul tetto della cattedrale era il mio sogno», dice Géant, che con la sua azienda Beeopic fornisce materiale per produrre miele in città. Le api «buckfast», più docili di altre, sono usate a Notre-dame ma anche all’ospedale pediatrico Necker, e nelle arnie piazzate in altri luoghi celebri di Parigi: l’arco di Trionfo, l’opéra, il Louvre, e sul tetto della Tour d’argent, il ristorante nei pressi di Notre-dame che usa il miele autoprodotto per i sui famosi piatti all’anatra e per i dessert. La sorte delle api di Notre-dame fa parte delle buone notizie che hanno seguito il dramma dell’incendio di lunedì. Il sollievo nel vedere la cattedrale danneggiata, ma ancora in piedi ha provocato in Francia un momento di comunione nazionale.
Il presidente Macron, che ha annunciato una ricostruzione a tempo di record entro cinque anni, sta risalendo nei sondaggi: l’ultima ricerca BVA diffusa ieri indica una popolarità al 32 per cento, tre punti in più rispetto al mese scorso. Macron torna al livello del settembre 2018, ovvero prima dei gilet gialli. Oggi la cattedrale verrà circondata da un «perimetro di sicurezza» per proteggerla dai manifestanti nel giorno del «23° atto» della protesta.
Il ministro dell’interno Christophe Castaner teme nuovi scontri e schiera 5.000 agenti nella capitale. La conferenza stampa del presidente prevista mercoledì scorso e poi rinviata per l’incendio a Notre-dame si terrà giovedì prossimo: in quella sede Macron annuncerà le nuove misure che, nelle intenzioni, dovrebbero chiudere la crisi dei gilet gialli.