Dalla Toscana al mondo «Molto rigore sulla qualità»
Sono 650 i marchi. Con una nuova veste internazionale
L’ambizione alta è già nell’acronimo: Mida, come il re frigio che trasformava in oro tutto ciò che toccava, sta per Mostra internazionale dell’artigianato, la numero 83 a Firenze, quella dell’anno zero nella nuova versione immaginata dal presidente della Fiera, Leonardo Bassilichi che, per la settimana compresa tra il 24 aprile e il 1° maggio, intende rilanciare l’appuntamento, come sempre in programma alla Fortezza da Basso. Al bando chi si limita a vendere artigianato, per dare spazio a chi dà vita in prima persona con mani,
testa e cuore a oggetti di design, gioielli, mobili, applicazioni per computer e diavolerie in 3D, gioielli, cibo, abiti e ancora a chi lavora la carta, il legno, i metalli e materiali eco compatibili.
«Questa volta — spiega Bassilichi — ci sarà spazio solo per chi può definirsi un homo faber (il riferimento è all’analoga manifestazione veneziana ndr). La selezione degli espositori è stata durissima, abbiamo scelto l’altissima qualità che non vuol però dire solo oggetti accessibili a pochi». Il risultato di questa severa scrematura porta a Firenze 650 marchi divisi per tipologie. Ci saranno 60 maestri artigiani fiorentini specializzati nel fatto su misura: dieci per sezione con oggetti per la casa, gioielli, pelletteria, sartoria, accessori e profumi. Uno per tutti quel Tommaso Pestelli che, con la sua Woo Class, ha fatto degli occhiali in legno super leggeri un’arte.
Una sezione più larga, territorialmente, sarà dedicata ai creativi toscani con la coltelleria Berti di Scarperia, la fonderia del Chiaro di Pietrasanta specializzata nell’antica lavorazione del bronzo a cera, la Sa.ge.van. con le sue declinazioni del marmo bianco di Carrara. Una sezione, detta dei Nuovissimi, darà spazio all’innovazione tecnologica, all’artigianato digitale e alle autoproduzioni. Lo stand di Savio Firmino promette di essere l’approdo migliore di chi deve metter su casa e arredarla.
Tra installazioni multimediali e sonore e visive un’area sarà allestita come un laboratorio en plein air: da Alessandro Dari alle prese coi suoi gioielli sculture alla ditta Bemer con le sue scarpe realizzate utilizzando pellami selezionatissimi e disegnate in modo sartoriale; al gruppo dei liutai Vettori.
«La scommessa di quest’anno — aggiunge il presidente di Firenze Fiera — è trasformare quello che negli anni passati è stato un appuntamento con vocazione più territoriale in una mostra internazionale. Ecco perché abbiamo invitato 60 tra buyer e giornalisti da tutto il mondo». Ed ecco perché molti artigiani stranieri avranno ampio spazio: arrivano da decine di paesi tra cui Polonia, Francia, Danimarca, Russia, Cina, Iran, Vietnam, Madagascar, Marocco, Azerbaijan. Durante la mostra, aperta tutti i giorni dalle 10 alle 20, sarà possibile partecipare a visite guidate dentro l’opificio delle Pietre Dure, tempio del restauro della grande arte, da Leonardo a Botticelli, e partecipare a un ciclo di Showcooking.
Il presidente Bassilichi, a capo della fiera: «Questa volta spazio solo a chi può definirsi homo faber»